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Abbiamo bisogno di un clima sano e di buone condizioni di lavoro

29 Giugno 2021

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Abbiamo bisogno di un clima sano e di buone condizioni di lavoro

In Europa circola una petizione per inserire nelle Costituzione europea sei nuovi diritti fondamentali. Tra questi spiccano il diritto a un ambiente e un clima sano e il diritto ad avere sul mercato solo merce prodotta nel rispetto dei diritti umani. Sull’onda di questa iniziativa il Gruppo Verde presenta in Consiglio provinciale due mozioni.
Nel dicembre 2020, i capi di Stato e di Governo dell’UE hanno concordato di ridurre entro il 2030 del 55% le emissioni rispetto al 1990. Secondo il Green Deal Europeo (GDE) tutti i Paesi dell’UE dovranno raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Proteggere il clima non è però solo compito dello Stato, ma anche dei vari enti locali, della società e delle aziende private che sono chiamate ad aumentare gli sforzi per ridurre le emissioni.
Ogni anno la Provincia autonoma di Bolzano eroga al settore produttivo consistenti somme di denaro sotto forma di sovvenzioni. Questi fondi sono trasferimenti di capitale alle imprese private o vengono impiegati per infrastrutture pubbliche di trasporto e per l’edilizia pubblica di vario genere. Se questo miliardo investito ogni anno vada a vantaggio del clima oppure no, al momento nessuno è in grado di dirlo.
“Noi chiediamo che i finanziamenti pubblici destinati al settore privato, vengano sottoposti al più presto a una verifica sulla loro compatibilità climatica – spiega il primo firmatario Hanspeter Staffler – e che in futuro le attività economiche che incidono negativamente sul clima non ricevano più sostegni dalla mano pubblica”.
Poiché viviamo in un mondo globalizzato, le filiere di produzione sono sempre più complesse e distribuite a livello globale. La storia di una maglietta “made in Italy”, ad esempio, parte dall’Africa dove viene coltivato il cotone, passa dall’India dove il cotone viene filato, prosegue in Cina dove il filato viene trasformato in tessuto, poi arriva in Europa dell’est dove la maglietta viene cucita. E solo a questo punto viene spedita in Italia dove viene confezionata e venduta.
Nelle campagne di sensibilizzazione per un consumo sostenibile si fa sempre appello ai consumatori e alle consumatrici, che con le loro scelte hanno il potere di indirizzare il mercato. Scegliere un prodotto sostenibile da tutti i punti di vista può fare la differenza. Questo però è possibile solo se i consumatori e le consumatrici sono messi nelle condizioni di poter seguire passo dopo passo una complessa catena produttiva che semplicemente non viene narrata. Così purtroppo il cotone viene spesso coltivato con l’uso di sostanze nocive e le condizioni di lavoro di chi raccoglie il cotone, lo fila, lo tesse e lo cuce non sono rispettose dei diritti umani.
“Per questo motivo è giunto il momento che lo Stato italiano agisca ed elabori una propria legge sulle filiere di produzione.al fine di prevenire le violazioni dei diritti umani e i crimini contro l’ambiente” sostiene Brigitte Foppa, prima firmataria della mozione. Il Gruppo Verde propone quindi al Consiglio provinciale di sollecitare Governo e Parlamento italiani a elaborare una legge sulle filiere per le imprese italiane che le obblighi a garantire il rispetto dei diritti umani e della natura lungo tutta la loro catena produttiva, dalla genesi fino alla vendita.

Foto, Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hanspeter Staffler