Protezione civile. Zone di rischio nei Comuni dell’Alto Adige, progetto interregionale

“Zone di pericolo” nei Comuni dell’Alto Adige, progetto interregionale Rokost.

piani delle zone di pericolo hanno senso se tutte le parti coinvolte ne comprendono i contenuti e collaborano attivamente. Delle modalità di comunicazione dei contenuti dei piani delle zone di pericolo ai cittadini e della collaborazione fra autorità e liberi professionisti si è discusso in un webinar organizzato in questi giorni nell’ambito del progetto Interreg RiKoST – Strategie di comunicazione del rischio. 80 partecipanti, fra collaboratori degli uffici provinciali e comunali, nonché liberi professionisti, si sono confrontati sui temi discussi.
Il progetto RiKoST, avviato nel gennaio 2018 si concluderà nel dicembre 2021.Tutti i 116 Comuni altoatesini hanno già avviato il processo di predisposizione del piano delle zone di pericolo, che è in vigore in 63 Comuni tra i quali BolzanoMeranoBressanoneVipitenoCuron VenostaChienesBronzolo e Braies.  Circa i due terzi della popolazione vive in aree per le quali è già stato redatto il piano delle zone di pericolo. Alcuni piani sono già in fase di approvazione, altri sono sottoposti a valutazione tecnica da parte degli uffici competenti.
Un aspetto di rilievo, spesso sottovalutato, è quello della comunicazione del rischio da pericoli naturali e la comprensibilità per i cittadini dei piani delle zone di pericolo. “L’obiettivo del progetto è proprio quello di creare consapevolezza, una sorta di cultura del rischio, per fare in modo che non solo le autorità preposte, ma anche i singoli cittadini, contribuiscano a far fronte alle emergenze dovute ai pericoli naturali”, spiega Willigis Gallmetzer direttore del Centro Funzionale provinciale.
Fabio Carnelli e Lydia Pedoth di Eurac Research, partner di progetto nell’ambito del progetto RiKoST, hanno illustrato le esperienze e i dati raccolti sugli aspetti comunicativi del piano delle zone di pericolo. In particolare hanno riferito che da un sondaggio condotto fra oltre 1.400 persone, la maggior parte degli intervistati ha definito “sufficienti” le misure di sicurezza ed espresso la convinzione che le istituzioni svolgano un adeguato controllo dei pericoli naturali sul territorio. Invece circa 300 studenti delle scuole medie e delle superiori hanno affermato che i piani delle zone di pericolo risultano di difficile lettura. Per una più facile comprensione, gli esperti sono riusciti quindi a rappresentare le situazioni di rischio indicate dai piani rendendoli più comprensibili.
L’Agenzia provinciale per la Protezione civile, che è lead partner del progetto Interreg RiKoST sta predisponendo una piattaforma web dove saranno reperibili, sia dagli esperti che dai cittadini dati e informazioni sui pericoli naturali in Alto Adige.

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