Ci ha lasciati anche Umberto Gandini, un lutto non solo personale, ma anche per il giornalismo e il mondo della cultura, dal teatro alla letteratura. L’ho conosciuto molti anni fa quando il quotidiano Alto Adige era ancora nella vecchia sede vicino a Ponte Druso, dove mi recavo spesso per le mie collaborazioni con il giornale. Gandini era un’autorità indiscussa del giornalismo non solo in regione, ma anche oltre i confini di questa terra che conosceva benissimo. Tanto è vero che pochi come lui hanno saputo raccontarla e grazie al suo acume e alla sua profonda conoscenza del territorio e delle persone e i relativi intrecci, ha anche saputo brillantemente tradurre grandi autori dal tedesco all’italiano.
Per la Casa Editrice Praxis nei primi anni Novanta ha tradotto una delle opere più importanti di Claus Gatterer, In lotta contro Roma. Un’opera monumentale che racconta la storia delle minoranze in Italia nel loro rapporto complesso con la politica centralista. Gandini non traduceva brillantemente solo saggistica, ma anche letteratura. Tanto è vero che sempre per la Praxis ha tradotto il romanzo di Franz Tumler, Un castello in Austria. Da acuto narratore e critico teatrale con puntualità e precisione ha riportato nella lingua italiana un romanzo complesso e per nulla scontato come l’opera di Tumler. Pochi come Gandini sarebbero stati in grado di tradurre un autore che si pone nella narrativa austriaca tra Robert Musil, Joseph Roth e Peter Handke.
Umanamente Umberto era una persona speciale sia nei rapporti d’amicizia, che professionalmente. Lo ricordo con stima e affetto. Spero che Bolzano sappia fissare nel tempo degnamente quanto questo professionista ha fatto per tutta la società altoatesina, senza mai preclusioni di alcun tipo.
Ciao Umberto!