Aumentano anche in Alto Adige i disturbi alimentari

Si chiamano “disturbi alimentari”.  Si legge anoressia. Ma pure bulimia. Oggi, 15 marzo, è la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, un momento per tenere alto il monito sulla problematica dei disturbi legati all’alimentazione. L’iniziativa nasce da un padre, che per questo disturbo, del quale ancora troppo poco si parla, ha perso la figlia diciassettenne.
“È così magra, eppure continua a vedersi grassa. Com‘è possibile?” Questa è la domanda frequente che familiari, amici e compagni, si pongono ogni qualvolta una persona vicina cade in questo triste vortice.
Una caratteristica dell’anoressia è proprio la percezione distorta del proprio corpo. Nonostante un evidente sottopeso le persone continuano a vedersi grasse. Non serve a nulla farglielo notare perché questo non cambia la loro percezione. È importante invece capire la loro sofferenza ed esprimere la propria compassione. Quando si guardano allo specchio le persone ammalate vedono un essere mostruoso e soffrono tremendamente nel dover stare in quel corpo. Sono sempre più giovani. Sono ragazze ma anche ragazzi. Alcuni ancora bambini. Si inizia con le diete e con gli esercizi fisici ossessivi da svolgere in ogni luogo ed in ogni momento, contornati dai tanti appuntamenti quotidiani con la “signora bilancia”.
Ecco il netto incremento dei casi anche in Alto Adige, si stima un più 25% nell’ultimo anno. In un periodo prolungato dove le relazioni, la quotidianità, lo stare insieme lasciano il posto alla solitudine, si finisce per riempire Il vuoto della vita quotidiana con un altro possibile vuoto: quello dello stomaco.
Ma in questo lockdown prende corpo anche il fenomeno inverso, quello del cibo come unica consolazione all’assenza di relazioni. Ci si abbuffa mangiando troppo e in modo sregolato, ci si abbuffa regolarmente, più volte in settimana, spesso programmando e magari andando a fare la spesa appositamente.  Alcune persone compensano con comportamenti problematici, come il vomito, l’abuso di lassativi, digiuni o attività fisica esagerata. Spesso le persone credono che si tratti solo di un modo per tenere sotto controllo il proprio peso, in realtà si instaura un circolo vizioso: all’abbuffata segue un comportamento compensatorio, che però causa nel corpo una carenza, alla quale segue la prossima abbuffata. Ecco la bulimia: caratterizzata da continui pensieri rivolti al cibo e al proprio peso, dalla sensazione di fallimento e da un’autostima che dipende quasi esclusivamente dal peso e dalla figura corporea.
Sensibilizzazione, informazione, ascolto e riflessione devono essere le parole chiave da portare avanti. Vanno difesi i diritti fondamentali di chi ne è colpito, combattendo informazioni distorte e pregiudizi, scoraggiando il distacco e il disinteresse da parte di chi non è direttamente coinvolto. Serve maggiore consapevolezza collettiva e istituzionale costruendo e rafforzando una rete di solidarietà verso chi ne è colpito. La Città di Bolzano illuminerà in concomitanza con la ricorrenza la facciata del proprio Municipio di lilla. Un piccolo segno. Una presa di coscienza. Un inizio.