Nasce lo schema terapeutico “Terapie domiciliari Covid-19”

Lo schema terapeutico “Terapie domiciliari Covid-19”, messo a punto da circa 200 medici italiani, è stato condiviso anche dai professori Harvey Risch (epidemiologo della Yale University) e Peter Andrew McCullough (cardiologo della Baylor University). I due luminari statunitensi sostengono la terapia formulata dagli specialisti italiani, sottoposta a confronto via Facebook con i pazienti, e che sta contribuendo a ridurre (e in molti casi pure ad evitare) le ospedalizzazioni dei malati di SARS-CoV-2. La collaborazione fra Italia e Usa è il frutto dell’intenso lavoro del “Comitato per la cura domiciliare del Covid in fase precoce”, presieduto dall’avvocato Erich Grimaldi, il quale nel mese di dicembre aveva vinto, unitamente ai “suoi” medici, una difficile battaglia legale contro Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), dinnanzi al Consiglio di Stato. Tale successo ha consentito la reintroduzione della somministrazione dell’idrossiclorochina, in modalità off-label, nel trattamento domiciliare del Covid in fase precoce. Per il legale, la proposta terapeutica è “dettagliata e ampiamente utilizzata da centinaia di dottori, che dallo scorso mese di marzo si sono messi in contatto, al fine di promuovere una cooperazione unitaria nella lotta contro il virus”. Con i duecento specialisti vanno menzionati anche i medici Luigi Cavanna, Andrea Mangiagalli, Andrea Stramezzi, Fabrizio Salvucci, Riccardo Szumski, Sergio Grimaldi, Serafino Fazio, Adriana Privitera, Salvatore Spagnolo, nonché due medici di Rio de Janeiro. L’avvocato Grimaldi precisa che la terapia è stata inviata al Ministero della Salute, alle Regioni e ad Aifa: “Ancora oggi il nostro Paese non dispone di un adeguato schema terapeutico condiviso con i medici che hanno curato la malattia a domicilio e in fase precoce. Con il nostro gruppo Facebook, denominato #terapiadomiciliarecovid19inogniregione, che ha superato i 52 mila membri, abbiamo avviato un proficuo confronto e supportato a distanza cittadini positivi sintomatici, fronteggiando in tal modo l’assenza di adeguata assistenza terapeutica territoriale. I medici del gruppo hanno evitato centinaia di ospedalizzazioni di pazienti che, ricorrendo al web e ai social, effettuavano una rischiosa automedicazione. Nel piano pandemico 2021-2023 si parla di differenziazione delle cure a causa della scarsità di risorse, mentre i medici del gruppo e del Comitato sostengono che, nelle more della campagna vaccinale, il Covid vada sconfitto a domicilio, proprio con il supporto dei medici dei territori”. L’avvocato Grimaldi plaude al lavoro del gruppo, “che da tempo si è adoperato per perfezionare un documento condiviso in Italia e all’estero. In tutti questi mesi i nostri medici Facebook hanno fornito assistenza giorno e notte, a numerosi malati che li hanno contattati e che si erano sentiti abbandonati al loro destino. Ringrazio pertanto tutti gli specialisti che hanno collaborato alla stesura dello schema terapeutico, che può illuminare quei medici che brancolano ancora nel buio delle indicazioni ufficiali e che di conseguenza prescrivono ai pazienti affetti da coronavirus il solo paracetamolo, all’insorgenza dei sintomi”. Il legale confida che il piano domiciliare “anti-covid” possa essere seguito dai medici di medicina generale e fatto proprio dalle Asl. “È fondamentale che si sappia come curare il Covid a casa, tempestivamente e con i farmaci idonei, per prevenire gli effetti letali della malattia. Ricordo infine che lo schema terapeutico va affidato al proprio medico, escludendo che il paziente si riduca all’automedicazione”, prosegue. Il Comitato dell’avvocato Grimaldi ha infine lanciato un altro servizio: “Abbiamo creato un vademecum per gli psichiatri, gli psicologi e gli psicoterapeuti. I nostri utenti, infatti, avranno così la possibilità di chiedere un supporto per problemi psicologici e psichiatrici conseguenti al Covid. Daremo vita, inoltre, a un lavoro statistico, che ci permetterà di raccogliere le esperienze di coloro che sono stati assistiti dal nostro gruppo”. Il legale ha infine chiesto ufficialmente ad Aifa il via libera per la sperimentazione dell’ivermectina, quale trattamento contro il Covid nella fase iniziale: “Abbiamo inviato all’ente regolatorio una documentazione specifica su questo farmaco. Come affermava il Consiglio di Stato nell’ordinanza che ha riabilitato l’idrossiclorochina, “finché non verranno presentati studi randomizzati che dichiarano l’inefficacia di un farmaco, se ci sono sicurezza e appropriatezza della cura, i medici devono essere lasciati liberi di sperimentare le terapie che ritengono più opportune, per superare questa fase emergenziale”.

Francesco Servadio

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