Esteri. Elezioni in Brasile, tanti i candidati indigeni

Domenica prossima, 15 novembre, il Brasile terrà le elezioni locali. Si dovranno eleggere 39 sindaci, 73 vice sindaco e 2.082 posti di consigliere comunale. Quest’anno sono 2.194 gli indigeni che si sono candidati per questi posti, il 28% in più rispetto alle ultime elezioni amministrative di quattro anni fa. La situazione politica degli indigeni in Brasile è peggiorata notevolmente negli ultimi due anni. Sono ormai in tanti a essere preoccupati per le crescenti invasioni di territori, gli incendi boschivi devastanti e il degrado ambientale, la demarcazione vacillante dei territori indigeni e l’incuria mostrata verso le comunità indigene nella pandemia. Molti indigeni scelgono quindi di impegnarsi nel quadro delle strutture democratiche.
Le posizioni politiche dei candidati indigeni non sono affatto sempre identiche: sono divisi in 32 partiti, alcuni dei quali sono molto diversi. Ma alcune richieste uniscono anche i candidati più diversi, come la protezione dell’ambiente e la lotta per il riconoscimento dei territori indigeni. “Difendere la terra significa difendere gli abitanti della terra” – questo è il motto di Eloy Jacintho. Il quarantaduenne Guarani Nhandewa è un attivista indigeno che è stato consigliere comunale a Santa Amélia. “I consiglieri indigeni sono ora più necessari che mai. Manca l’acqua, ci sono troppi incendi e malattie, e l’impatto sul futuro delle comunità indigene sarà devastante”, dice.
“A Boa Vista non abbiamo mai avuto consiglieri indigeni, nonostante i quasi 20.000 indiani che vi abitano. Ora più che mai abbiamo bisogno di essere presenti nei posti dove si prendono le decisioni. È una forma di resistenza”, spiega Ariane Sussui, 23 anni, del popolo Wapichana. È arrivata in politica come volontaria per la campagna elettorale del deputato federale Joênia Wapichana. È la prima (donna) indigena del parlamento brasiliano. Joênia è stata eletta nel 2018 ed è un modello e un faro di speranza per molti che quest’anno si candidano a livello comunale.
Queste storie di successo sono importanti perché incoraggiano gli altri. Anche se le ragioni dell’impegno sono spesso drammatiche: è sempre meglio avere più candidati indigeni e, alla fine, più indigeni nei municipi e nei parlamenti. Essi controbilanciano gli interessi della lobby dell’agricoltura e delle materie prime e, in ultima analisi, vanno a beneficio dell’intero paese.

Foto. Marcia delle donne indigene in Brasile come resistenza alla politica repressiva di Bolsonaro. Foto@ Eliane Fernandes / 

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