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COMMERCIALISTI CRITICI CON IL GOVERNO

15 Maggio 2020

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COMMERCIALISTI CRITICI CON IL GOVERNO

Troppi atti da dover interpretare negli ultimi mesi. Serve lavoro in tempi record.

DECRETI CONFUSI E NESSUN RINVIO DELLE SCADENZE

ZAGO: «È COME LAVORARE SENZA BUSSOLA»

L’Ordine si auspicava un differimento delle scadenze fiscali a settembre. Il presidente: «Molti imprenditori adesso non hanno soldi in tasca per pagare le tasse» 

Bolzano. È doppia la delusione dei commercialisti altoatesini nei confronti del Governo. In primis per la quantità enorme di decreti e circolari che negli ultimi due mesi sono stati letti, tradotti e interpretati senza una linea guida specifica. E poi per la mancata posticipazione delle scadenze fiscali del 30 giugno 2020, giorno in cui bisognerà presentare bilanci, calcolo saldi 2019, calcolo Imu e dichiarazione Iva.

«Ormai negli studi dei commercialisti non si fa altro che decifrare decreti complicati e mal scritti che non danno certezze né a noi come professionisti, né ai nostri clienti. Al momento è come se lavorassimo senza bussola, alla cieca – afferma Claudio Zago, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Bolzano – In molti studi è ancora presente lo smart working, e si dedica molto tempo ai colloqui con i clienti, cercando di rassicurarli ed affiancandoli nel gestire la situazione di emergenza economica e finanziari in cui attualmente si trovano».

I commercialisti altoatesini, prosegue il presidente Zago, contestano la sordità del Governo nel recepire determinati suggerimenti: «A Roma hanno spesso il sospetto che le nostre siano indicazioni con secondi fini o sotterfugi. Molta gente non ha attualmente il denaro per pagare le tasse adesso, perché quelle somme che aveva le ha usate per tenere a galla l’attività o anticipare la cassa integrazione ai dipendenti e tante altre incombenze. Per questo sarebbe stato sensato posticipare al 30 settembre, come lo scorso anno, le scadenze di giugno, anche per dare a tutti la possibilità di riavere un minimo di liquidità in tasca».

«Inoltre, sotto questo aspetto, bisogna considerare come le scadenze di giugno comportino una mole di lavoro per tutti gli studi dei commercialisti, non indifferente, e se si considera che in questo periodo si sono dovuti affrontare anche incarichi nati per adempiere alle novità derivanti dalla normativa conseguente all’emergenza sanitaria, sarebbe oltremodo giustificato concedere, per tempo, la proroga per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi. Ora, per essere pronti alla scadenza fiscale tra poco più di un mese, bisognerà effettuare i conti per ogni cliente in tempi record, con difficoltà oggettive a chiudere tutte le pratiche. Si tenga presente che il decreto di ieri è composto da oltre 250 articoli scritti su oltre 450 pagine», conclude Zago.

Foto, Palazzo Chigi Roma.