Merano. Arte ai Giardini di Castel Trauttmansdorff

I 10 padiglioni immersi tra gli oltre 80 paesaggi botanici. 

I Giardini di Castel Trauttmansdorff oltre ad essere uno dei parchi botanici più belli d’Europa, sono anche un luogo stimolante in diversi ambiti: scientifico, artistico, culturale, storico, folcloristico e letterario. Visitando, infatti, i Giardini di Castel Trauttmansdorff si entra in contatto con molte discipline che offrono stimoli e spunti interessanti, imbattendosi ad esempio in statue, installazioni, padiglioni, stazioni interattive. Il tutto in un ambiente paradisiaco.
Nell’intera area dei Giardini di Sissi, ad esempio, sono presenti 10 Padiglioni Artistici che propongono temi della natura e della botanica, realizzati da artisti e architetti locali e internazionali, inserendosi perfettamente nel paesaggio naturale e formando un’armoniosa sinergia tra arte e natura.

Assomiglia ad una barca approdata nel Laghetto dei Boschi del Mondo, con tanto di albero maestro, vela e cannocchiale il padiglione dedicato alle “Piante ornamentali da tutto il mondo”, a ricordo delle spedizioni botaniche dei cosiddetti cacciatori di piante che nei secoli passati portarono in Europa piante esotiche e sconosciute.

I colori dell’autunno sono ricordati dal padiglione “Le piante d’autunno”: all’interno di una cupola color ruggine che si trova nei Paesaggi dell’Alto Adige, la luce esterna filtrata da piccole lastre in plexiglas riflette i colori caldi autunnali. Quelli primaverili invece sono riprodotti da steli argentati che svettano verso il cielo, delicati e flessibili come “Le piante a primavera”, padiglione che si trova nell’area dei Paesaggi dell’Alto Adige, vicino al Ponte delle Avventure.

In questa stessa parte dei Giardini, vicino però al Mosaico, “Il paesaggio agrario sostituisce il paesaggio naturale” è il padiglione dedicato ai segni distintivi del paesaggio agricolo altoatesino, con frutteti a spalliera e vigneti a pergola; mentre, “Il bosco di roverelle”, è una struttura lineare realizzata con un reticolo di acciaio da costruzione, in cui i tronchi nodosi delle roverelle sono allineati e sovrapposti con cura, simboleggiando una natura addomesticata che mette ancora più in risalto la crescita spontanea degli alberi circostanti.

“I boschi decidui di latifoglie” sono costituiti da lamelle di metallo che danzano al vento, ricordando il gioco di luci e ombre di un tetto di foglie e si trovano nei Boschi del Mondo, dopo il Giardino Giapponese. Nella parte più alta di quest’area, chi ha il senso dell’olfatto sviluppato potrà metterlo alla prova nel padiglione “L’organo dei profumi” con nove diversi profumi da annusare e scoprire divertendosi.

Sono come grandi barche ribaltate che donano ombra e simboleggiano in modo fantasioso le foglie de “Le piante acquatiche”, il padiglione che si trova sulla sponda di fronte al palco del Laghetto delle Ninfee.

Ricorda invece una casa di qualche paese mediterraneo, bianca, bassa, squadrata il padiglione delle “Piante delle regioni a clima mediterraneo”, situato nei Giardini del Sole.

Nel Deserto delle succulente sembra atterrata un’astronave: un’enorme struttura sferica di metallo illustra all’interno un Echinocactus grusonii, detto anche “cuscino della suocera”, pianta dal fusto molto spinoso, e rappresenta il padiglione intitolato “Le succulente”.

Infine, all’interno del Giardino degli Innamorati, tre padiglioni disposti a forma di giganteschi mazzi di fiori – gialli, rossi e bianchi – che emergono da uno specchio d’acqua, nascondono al loro interno prove cui ogni innamorato si sottopone nella propria esperienza amorosa.

Foto, le succulente.  

 

 

 

 

 

 

 

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