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Il Freies Theater Bozen al festival teatrale “Synergy” di Novi Sad

25 Novembre 2019

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Il Freies Theater Bozen al festival teatrale “Synergy” di Novi Sad

Di Massimo Antonino

La compagnia bolzanina sbarca in Serbia con l’opera “Riva abbandonata – Materiale per Medea – Paesaggio con argonauti” di Heiner Müller.

I mille chilometri che separano Novi Sad in Serbia da Bolzano non rappresentano certo un motivo di preoccupazione per la compagnia teatrale altoatesina Freies Theater Bozen, attiva dal 1993 e abituata negli ultimi anni a trasferte ancor più lunghe, che l’hanno portata ad esibirsi in molti stati europei ed extraeuropei quali Austria, Germania, Ungheria, Ucraina, Armenia, Georgia, Cipro Russia e Cina. In Serbia gli attori professionisti del Freies Theater Bozen (FTB) guidati da Gabriele Langes e diretti da Reinhard Auer, parteciperanno al Synergy Theatre Festival of Language Minorities, un festival teatrale dedicato alle minoranze linguistiche giunto quest’anno alla terza edizione. La compagnia porterà in scena il 28 novembre al teatro di Novi Sad “Riva abbandonata – Materiale per Medea – Paesaggio con argonauti”, di Heiner Müller. Si tratta di un’opera frutto dell’assemblaggio di tre testi, che lo scrittore e drammaturgo tedesco orignario della DDR produsse in momenti lontani tra loro tra gli anni ’50 e ’80 del secolo scorso e che andò in scena per la prima volta nel 1983 a Bochum. Un gruppo di uomini alla ricerca di nuovi territori da scoprire e conquistare, sbarca su un pianeta dilaniato e distrutto dalle guerre su cui si trovano solo macerie e rifiuti, appunto la “riva abbandonata”. Il richiamo è con il racconto mitologico degli argonauti, gli eroi della nave Argo, che guidati dal condottiero Giasone volevano imporre ai “barbari” il loro modello del mondo. Müller stesso affermava che la storia di Giasone fosse il più antico mito di colonizzazione dell’area greca e dunque della cultura occidentale. Su questo nuovo pianeta gli argonauti contemporanei trovano un gruppo di donne, le uniche ancora in grado di sopravvivere a quelle estreme condizioni. Si sviluppa dunque un conflitto tra i sessi al termine del quale gli uomini, che rappresentano il modello della conquista e della sottomissione della natura e della donna, vengono annientati. Nella parte centrale c’è spazio anche per la rivisitazione del mito di Medea, la maga – strega, moglie di Giasone, dilaniata dal conflitto interiore tra raziocinio e passione, che per amore e per vendetta, la conduce a compiere atti di violenza efferata, quali l’uccisione del giovane fratello e dei propri figli.
“Chiusa la parentesi dedicata a Medea, nella parte finale prevale un messaggio di speranza e di pace,- spiega il regista Reinhard Auer,- rappresentato da un fascio di luce che dovrebbe signficare l’inizio di una nuova era non più basata sull’ideologia patriarcalee maschile della conquista e della sottomissione.” “Un pezzo di un’attualità disarmante – aggiunge Gabriele Langes – se pensiamo alle grandi tematiche mondiali della colonizzazione capitalistica, della distruzione dell’ambiente e della violenza di genere.”
Il cast è composto da Gabriele Langes, Suzanne Fabian, Sarah Scherer, Alexander Flache, Peter Schulze-Sandow, Thomas Giegerich.