Diventa sempre più grave la carenza di autisti, sia per i camion delle aziende private di autotrasporto, sia per gli autobus delle aziende private e delle aziende pubbliche dei servizi di trasporto pubblico. “Una possibile soluzione – afferma Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV – è replicare in Alto Adige il modello della Provincia di Trento rivolto ai disoccupati, ampliandolo con un’apposita formazione scolastica per attirare giovani verso questa professione e offrendo formazione qualificata agli adulti che vogliono intraprendere questa attività”.
Sempre più spesso gli imprenditori, ma anche i vertici delle aziende del trasporto pubblico, lamentano la mancanza di autisti. “Riscontriamo queste carenze di personale specializzato – afferma Corrarati – nel trasporto merci, nell’edilizia, nel trasporto persone con autobus. Ecco perché chiediamo alla Provincia di Bolzano di valutare i risultati che sta ottenendo la Provincia di Trento con un apposito programma”.
Per far fronte alla difficoltà del settore dei trasporti nel reperire nuovi autisti, l’Agenzia del lavoro trentina sta finanziando i corsi che i disoccupati sostengono per conseguire la patente di guida e la Carta di Qualificazione del Conducente (Cqc), obbligatoria per chi svolge la professione di autista. Il contributo provinciale è fino a 500 euro per le patenti di guida e fino a 1.500 euro per la Cqc. Accanto a questi sostegni, collegati alla frequenza nei corsi proposti dalle Autoscuole, l’Agenzia del lavoro ha organizzato due corsi intensivi di autisti per trasporto merci.
“Proponiamo – prosegue Corrarati – di ampliare questo pacchetto di misure con l’istituzione di un apposito corso di autista nelle Scuole professionali provinciali per cercare di attirare i giovani verso questo mestiere. Le stesse Scuole provinciali potrebbero organizzare corsi di riqualificazione e formazione per disoccupati o persone che vogliono cambiare lavoro. Di sicuro la tecnologia consente molti passi avanti anche nella guida dei camion e degli autobus, ma l‘elemento umano è imprescindibile. Le soluzioni tampone, con il reclutamento di personale di altre regioni, si stanno rivelando insufficienti. Un percorso formativo su misura, invece, potrebbe garantire anche lo sviluppo di competenze e conoscenze tecnologiche richieste all’autista 4.0 di oggi”.
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