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Conciliazione lavoro-famiglia, progetto pilota a Laives

27 Settembre 2017

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Conciliazione lavoro-famiglia, progetto pilota a Laives

Come conciliare il lavoro e la vita privata? Come agevolare questa conciliazione nelle fasi più difficili (genitori anziani, bambini, malattie)? Quali strumenti possiamo utilizzare e quali possiamo creare? A questi interrogativi si è cercato di rispondere ieri sera al teatro Coseri di Laives, nell’ambito di una iniziativa del Comune e dell’Agenzia per la Famiglia di Bolzano, insieme alle associazioni datoriali, ai sindacati e al Collegio dei consulenti del lavoro.

“L’evento è finalizzato all’avvio di una rete di cooperazione locale a Laives, all’insegna della conciliazione tra vita e lavoro – così il sindaco Christian Bianchi e il vicesindaco Giovanni Seppi – La Provincia di Bolzano ha scelto il nostro comune per avviare questo progetto pilota, diffuso in molte realtà del nord Europa e che in futuro verrà esteso anche ad altri comuni altoatesini. Si tratta di una grande opportunità per la nostra città”.

“L’idea è quella di mettere in rete diverse aziende del territorio per arrivare ad ottenere gli stessi servizi e vantaggi fiscali di una grande azienda – ha spiegato Michele Buonerba, segretario SGB-CISL – Il welfare integrato viene infatti applicato di solito alle grandi aziende, un esempio concreto è Luxottica, che conta 8mila dipendenti in un comune di 13mila abitanti. Il nostro obiettivo è di applicarlo a una realtà piccola, come Laives, dove la maggior parte dei lavoratori è impiegata in un’azienda che conta meno di 10 dipendenti e la conciliazione tra famiglia e lavoro è difficile, sia in termini di denaro che di tempo”.

Lo strumento giuridico che si intende creare è un’associazione di promozione sociale, formata dai datori di lavoro interessati.

“Attualmente sono già 17 coloro intenzionati a partecipare. Ci sono poi vari soggetti del territorio già disponibili a fornire servizi, quali assistenza e babysitteraggio ma anche piccole azioni quotidiane come la spesa o la lavanderia”, ha illustrato Silvia Marchetta della cooperativa Change che con Michael Galster ha condotto uno studio sui bisogni sociali di Laives e sulle prospettive di sviluppo.

“Un’associazione di promozione sociale permette, da un lato di ottenere finanziamenti pubblici e utilizzare la tassazione sui premi di produttività per ottenere servizi, e dall’altro di far lavorare imprese del territorio – ha aggiunto Buonerba – Un esempio concreto? Dai monitoraggi costanti della domanda potrebbe emergere che in molti apprezzerebbero un servizio di stiraggio, servizio che potrebbe essere acquistato dall’associazione e erogato da una lavanderia della città”.

“Quello che vogliamo creare è un sistema integrativo rispetto all’offerta pubblica, con un monitoraggio costante dei bisogni delle famiglie, tenendo conto delle diverse fasi di vita”, ha concluso il segretario di SGB-CISL.

Il progetto proseguirà nei prossimi mesi con la costituzione dell’associazione. Insieme si può.