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Teheran, Isis attacca il Parlamento e il mausoleo di Khomeini

7 Giugno 2017

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Teheran, Isis attacca il Parlamento e il mausoleo di Khomeini

Almeno 10 morti, due kamikaze si sono fatti esplodere.

Teheran si è svegliata questa mattina sotto il fuoco di due commando, ancora non si sa di quanti uomini, che hanno dato l’assalto al Parlamento e al Mausoleo di Khomeini, in pieno centro. Secondo l’agenzia Tasmin – comunica il quotidiano “La Stampa” – ci sarebbero dieci morti e almeno 35 feriti. Incerto il numero delle vittime al Mausoleo, ma due kamikaze si sono fatti esplodere fra la gente, uno davanti alla tomba di Khomeini, l’altro nella vicina stazione del metrò.

Il primo gruppo, composto da quattro terroristi armati di kalashnikov secondo l’agenzia Irib, è riuscito a penetrare nell’edificio del Parlamento e ha aperto il fuoco. “Erano tre armati di kalashnikov e uno con una pistola a tamburo”, ha precisato il deputato Elyas Hazrati. Sarebbero stati tutti abbattuti e la situazione ora sarebbe “sotto controllo”. Ma altre fonti parlano di “quattro ostaggi” in mano ad alcuni terroristi ancora in azione. Altri testimoni parlano di “spari sui passanti” in piazza Baharestan, davanti al Parlamento, segno che uno dei terroristi sarebbe uscito per continuare a seminare morte.

L’altro gruppo, composto da tre uomini secondo l’agenzia Fars, ha attaccato il mausoleo del fondatore della repubblica islamica, Khomeini. Due hanno sparato con armi automatiche sui visitatori, un altro ha fatto detonare la cintura esplosiva che indossava. Non c’è un bilancio ancora preciso delle vittime. L’Iran è stato minacciato più volte dall’Isis nella sua propaganda sul Web, e dal Califfo Abu Bakr al-Baghdadi. L’Iran sciita è considerato il nemico numero uno dell’ortodossia sunnita propugnata da gruppi estremisti come lo Stato islamico e Al-Qaeda.

L’Isis ha rivendicato l’attacco sulla sua agenzia ufficiale Aamaq, secondo la formula usata per gli attentati di Londra. Per l’ideologia salafita jihadista dell’Isis il culto delle tombe di imam e figure religioso è “politeista” e da combattere con tutti i mezzi. Mausolei e santuari sciiti e sufi sono stati sistematicamente distrutti in Siria, Iraq e Libia.