Tango, Milonga e Swing catturano e seducono

Mara da Roit

Quando si dice uscire dal consueto e… cogliere nel segno. Lo ha fatto il Centro culturale San Giacomo inserendo fra i propri eventi primaverili del 2017 un originale show-concerto incentrato sulla Milonga, il Tango Nuevo e lo Swing: generi affascinanti, di forte presa, ancorché oggettivamente poco presenti tra le proposte musicali ad ampio respiro. Ma che abbiano tutti i requisiti per arrivare al vasto pubblico, e non solo – comprensibilmente – alla nicchia di aficionados, lo ha dimostrato il successo arriso a «Ponti ~ Brücken», lo spettacolo che ha recentemente affollato il prestigioso Nuovo Teatro di San Giacomo di Laives.

Sul palco, dinnanzi a un auditorium gremito, la Cortinas Orquesta Atipica, formazione altoatesina (a dispetto del nome…) capitanata dall’eclettico artista meranese Franz Weger, ballerino e maestro di tango formatosi alla Dansacademie di Rotterdam, cantante, ideatore e interprete di progetti artistici, anche interdisciplinari: come appunto quello in questione, mostratosi in grado di avvincere dal primo all’ultimo istante.

Merito innanzitutto della professionalità della band.  Accanto all’istrionico Weger (voce e entertainment) la line-up vedeva in campo Mirko Fazzi alla fisarmonica, Rino Cavalli alla batteria, Elisabeth Orion alle percussioni, Glauco Zenere alla chitarra elettrica, Mirko Giocondo al contrabbasso.

E poi loro: l’uruguayano Gonzalo Risso e la torinese Giulia Gaffuri, giovani quanto capaci ballerini di tango professionisti che con le loro eleganti, sensuali esibizioni hanno conferito allo show una ulteriore nota di carattere e freschezza. E tanto più in quanto non si sono prodotti in coreografie prefissate, ma hanno “interpretato” in chiave di improvvisazione – nel linguaggio del tango danzato – alcuni dei brani musicali eseguiti, facendosi essi per primi trasportare dalle sensazioni interiori e fondendo le loro sensibilità a una innegabile presenza scenica.

Intrigante e non scontato il programma musicale che Franz Weger aveva messo a punto per l’occasione: diciotto brani (più un richiestissimo bis) assai godibili e tutti d’effetto. Ma due menzioni speciali ce le vogliamo riservare: una per la intensa “Ballata di Mackie Messer” di Kurt Weill, su testo di Bertold Brecht, l’altra per la trascinante “Via con me” di Paolo Conte, reinterpretata nei due canoni sovrapposti di musica e danza.

Risultato del tutto è stata una serata che – in linea con il titolo dello spettacolo  – i “ponti” li ha gettati veramente, e in molteplici forme: ponti tra culture musicali, tra musica e poesia così come tra musica e ballo, tra differenti idiomi (italiano, tedesco, inglese, francese, spagnolo), tra passato e presente. Ma anche ponti “ideali” fra la platea e gli artisti, in uno scambio osmotico di emozioni e di energia.

PH: Stefano Odorizzi

Foto/c-Stefano Odorizzi
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