Bolzano. Sanità, per l’incarico di Direzione medica non è sufficiente una specializzazione non igienistica, sostengono i medici.

“La legge sanitaria in discussione in Consiglio provinciale non è conforme alla normativa nazionale e provinciale”, dura presa di posizione della Associaz naz. Medici Direzioni Ospedaliere.

Si annunciano difficoltà per il disegno di legge della Giunta provinciale sulla ”Struttura organizzativa del servizio sanitario provinciale” in discussione questa settimana in Consiglio provinciale. “Essendo la legge ancora in discussione, vogliamo dare la possibilità al Consiglio di emendarla” precisa l’avvocato Tommasetti, del foro di Roma, che tutela gli interessi della Associazione nazionale Medici Direzioni Ospedaliere (Anmdo). In ragione di ciò ha scritto ieri al presidente della Provincia Arno Kompatscher, alla assessora provinciale Martha Stocker e al presidente del Consiglio provinciale Roberto Bizzo che la delibera di giunta approvata lo scorso febbraio, ora alla discussione del Consiglio, “non appare conforme alla normativa nazionale per quanto concerne la possibile assegnazione anche a medici con specializzazione in discipline non igienistiche di incarichi di direzione di struttura previsti per la direzione medica”. Conseguentemente, precisa Tommasetti, “il dirigente medico deve essere in possesso della specializzazione in igiene o medicina preventiva o discipline equipollenti”. Ulteriore illegittimità viene riscontrata ”nella previsione di nomina diretta dei due direttori contestati dal direttore generale, anziché per concorso pubblico. Fatta eccezione per la proporzionale linguistica e il possesso dell’attestato di bilinguismo anche in Provincia di Bolzano, ai fini della definizione dei requisiti professionali di accesso alle posizioni dirigenziali nelle strutture della Sanità pubblica, valgono requisiti e norme della normativa nazionale”. Il legale chiede pertanto che i competenti organi provinciali tengano conto di queste considerazioni o che provvedano ad annullare la delibera della Giunta provinciale per evitare che il Consiglio “approvi norme che presentano chiari profili di illegittimità.” Diversamente l’Anmdo si riserva di adire le competenti vie legali.

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