Alex Schwazer è arrivato a Rio

Agguerrite le parti del processo che si terrà domattina 
 
Alex Schwazer è arrivato la notte scorsa a Rio de Janeiro accompagnato dal suo allenatore Sandro Donati. Domattina, lunedì 8 agosto alle 10,30 comparirà davanti agli arbitri del Tas e inizierà il processo che deciderà se il marciatore potrà partecipare alle Olimpiadi. La sede dell’arbitrato si trova nel centro storico di Rio de Janeiro presso lo studio legale BM & A Advogados al civico 52 dell’Avenida Almirante Barroso. Da una parte ci saranno Schwazer, Donati e gli avvocati Gerhard Brandstätter Thomas Tiefenbrunner, dall’altra la delegazione della federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) e  i tre arbitri del Tas, il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, tra i quali il presidente nominato per l’udienza, l’austriaco Michael Geistlinger, avvocato e docente di Salisburgo.
 «Ho portato tutto il necessario per gareggiare perché io voglio essere – ha dichiarato l’atleta –regolarmente al via il 19 per la gara che ho preparato da oltre un anno, – ha detto Schwazer poco prima di andare a dormire e recuperare il lungo viaggio. Non posso pensare di aver buttato via tempo, soldi e la voglia di riscattarmi per una simile vicenda. Ecco perché a Rio farò vita da atleta. Non ho voluto pensare a quello che sarà lunedì, in questo periodo ho sofferto molto ma ho proseguito con il piano di allenamenti previsto. Non ho voluto pensare al processo e ai vari casi doping.”

Quello di lunedì si preannuncia un dibattito molto difficile, interessante ed articolato da parte di entrambe le parti. Alex ribadirà la sua assoluta innocenza («non ho assunto doping, ho prove che dimostrano questo»), i suoi legali dimostreranno, fornendo documentazione sanitaria ed autorizzazioni varie, che il profilo del loro assistito è «assolutamente antidoping» e che i «test  svolti sono tutti stati preventivamente autorizzati». Quella degli avvocati bolzanini sarà una lunga disamina del caso. Infine, ci sarà l’intervento di Donati. Lo storico paladino della lotta al doping proietterà diverse slide per spiegare alcuni aspetti legati sia alla manomissione che al complotto. Proprio su quest’ultimo aspetto, Donati sosterrà che attorno a Schwazer c’era un particolare accanimento generale. Racconterà delle due telefonate ricevute dal giudice internazionale di marcia, il triestino Nicola Maggio. Quest’ultimo aveva «consigliato» di non far vincere Alex alla 50 km di Roma durante il Mondiale per Nazioni e successivamente di non rispondere all’attacco dei marciatori cinesi due settimane dopo alla gara sulla 20 km a La Coruna. Donati spiegherà inoltre la circostanza compromettente riferita al giudice Maggio “storicamente legato alla famiglia Damilano, quella di Sandro, allenatore proprio della nazionale cinese, e Maurizio, da anni responsabile in seno alla Iaaf del settore marcia, molto vicino a Maggio “.

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