Alex Schwazer è arrivato a Rio
Quello di lunedì si preannuncia un dibattito molto difficile, interessante ed articolato da parte di entrambe le parti. Alex ribadirà la sua assoluta innocenza («non ho assunto doping, ho prove che dimostrano questo»), i suoi legali dimostreranno, fornendo documentazione sanitaria ed autorizzazioni varie, che il profilo del loro assistito è «assolutamente antidoping» e che i «test svolti sono tutti stati preventivamente autorizzati». Quella degli avvocati bolzanini sarà una lunga disamina del caso. Infine, ci sarà l’intervento di Donati. Lo storico paladino della lotta al doping proietterà diverse slide per spiegare alcuni aspetti legati sia alla manomissione che al complotto. Proprio su quest’ultimo aspetto, Donati sosterrà che attorno a Schwazer c’era un particolare accanimento generale. Racconterà delle due telefonate ricevute dal giudice internazionale di marcia, il triestino Nicola Maggio. Quest’ultimo aveva «consigliato» di non far vincere Alex alla 50 km di Roma durante il Mondiale per Nazioni e successivamente di non rispondere all’attacco dei marciatori cinesi due settimane dopo alla gara sulla 20 km a La Coruna. Donati spiegherà inoltre la circostanza compromettente riferita al giudice Maggio “storicamente legato alla famiglia Damilano, quella di Sandro, allenatore proprio della nazionale cinese, e Maurizio, da anni responsabile in seno alla Iaaf del settore marcia, molto vicino a Maggio “.