Fino all’Ottocento Bolzano fu nota in tutt’Europa come la “Città delle quattro fiere”. Le tappe dello sviluppo mercantile della città sono ricostruibili dal Duecento in poi. Inizialmente si ebbero due fiere, quella di Mezza Quaresima e quella di Sant’ Egidio, successivamente spostata a San Bartolomeo. In seguito si aggiunse un terzo mercato, quello di Sant’Andrea. La quarta fiera fu istituita nell’anno 1500 e fu quella del Corpus Domini.
Bolzano, posta alla confluenza delle due strade che scendono da Brennero – Scharnitz e Resia – Fernpass era il luogo ideale per l’incontro tra i mercanti italiani e tedeschi. Venivano qui da Napoli, Verona, Ancona, Venezia, bologna, Milano, Firenze, Bergamo; e da Vienna, Augusta, Norimberga, San Gallo, Francoforte, e dalla Francia. Si trattavano a Bolzano generi di gran lusso, quelli che siamo soliti associare alle lussuose corti dell’epoca: pellicce, damaschi, velluti, sete, nastri di Ginevra, spezie del sud, pesce, olio, vino, ma anche tabacco spagnolo da fiuto in preziose tabacchiere d’avorio.
L’arciduchessa Claudia de Medici, sovrana del Tirolo, nel 1635 concesse i “Privilegi” per le fiere di Bolzano. Questi consistevano in un ordinamento dei cambi – la prima codificazione del diritto cambiario – nell’attribuzione del diritto di sovrintendenza delle fiere alla Corporazione dei Commercianti e infine alla istituzione di un Tribunale con a capo il Magistrato Mercantile che aveva il compito di dirimere tutte le controversie che potevano sorgere durante le fiere, la cui durata era di ben quindici giorni.
In via Argentieri a Bolzano è visitabile l’edificio dove aveva sede questo tribunale dei mercati bolzanini, il Magistrato Mercantile, dove attualmente vengono allestite mostre e si tengono convegni.