“Dossier Bankitalia, Trento e Bolzano rivedano le strategie”

Corrarati: “In Alto Adige poco credito alle Pmi, in Trentino troppi dati negativi”

CNA chiede una politica economica regionale che valorizzi il meglio delle due Province

“Due territori simili che viaggiano a velocità differenti. Il Rapporto della Banca d’Italia sulle Province di Trento e Bolzano evidenzia ombre trentine e luci altoatesine, ma anche in Sudtirolo non mancano motivi di riflessione, come l’ennesimo calo di credito per le Pmi. Chiediamo alle due Province un cambio di passo per integrare politiche economiche regionali che valorizzino il meglio dei due territori”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della Cna del Trentino Alto Adige, commentando il Rapporto presentato, oggi a Bolzano e ieri a Trento, dal Servizio di ricerca economica delle filiali di Trento e Bolzano della Banca d’Italia.

La disparità tra i due territori è fotografata chiaramente: l’export di Bolzano nel periodo 2012-2015 vola (+18,3%), Trento va piano (+6,3%). Le ore lavorate in edilizia nel 2015 in Alto Adige sono in ripresa (+1,7%), in Trentino affondano (-8,1%). Le opere pubbliche altoatesine accelerano (+9,3%) e quelle trentine sono stabili. Le compravendite immobiliari vanno bene a Bolzano (+13%) e calano a Trento (-1,2%). La disoccupazione scende al 3,8% in Sudtirolo e rimane alta, al 6,8%, in Trentino. Prestiti bancari in ripresa in Alto Adige (+3,5%), trainati dal credito concesso alle grandi imprese (+6%) e alle famiglie, ma per le Pmi c’è l’ennesimo calo (-1,3%). In Trentino, i prestiti bancari calano del 2,6% con una contrazione nel settore produttivo. In entrambe le province i prestiti per la ristrutturazione del debito e la liquidità prevalgono sugli investimenti, che però sono in ripresa a Bolzano.

“La politica economica deve cambiare passo – afferma Corrarati – sia in Alto Adige sia in Trentino. Se a Bolzano la forza delle Pmi viene valorizzata più a parole che con fatti concreti, tanto da non ottenere il dovuto riconoscimento delle banche che lesinano sul credito, a Trento è venuta a mancare una vera politica economica a sostegno della ripresa, con un appiattimento sulla media nazionale che non è giustificabile rispetto alle performance dei cugini altoatesini. In particolare, l’edilizia trentina necessita di interventi mirati di rilancio. Chiediamo alle due Province di fare tesoro del dossier di Bankitalia, studiando insieme una politica regionale di sviluppo che valorizzi le best practice dei rispettivi territori, con l’obiettivo di portarli entrambi su performance economiche elevate”.

Una riflessione a parte sui costi della Pubblica amministrazione. La spesa pubblica pro capite nel 2015 risulta di 8.810 euro in Alto Adige e 8.864 euro in Trentino, contro i 4.510 euro della media delle Regioni a Statuto speciale. Il costo pro capite del personale degli enti territoriali e sanitari è stato di 2.029 euro in Alto Adige e 1.727 euro in Trentino, superiore alla media delle Regione a Statuto speciale che è di 1.224 euro. Inoltre le spese correnti della Pubblica amministrazione hanno raggiunto il 75% in Alto Adige (+1%) e il 69% in Trentino (+0,2%). Al contrario, si contraggono le spese in conto capitale e, di riflesso, anche gli investimenti.

“Non si è concretizzato, a Bolzano come a Trento, il più volte annunciato intervento shock sulla riduzione della spesa pubblica – analizza il presidente regionale di CNA – necessario per reperire risorse da destinare a investimenti e politiche economiche più incisive a beneficio delle imprese. Quando si parla di costi significa inevitabilmente intervenire anche sul personale. Misure scomode da adottare, ma che non possono essere più rinviate”.

In foto: Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige

 

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