“Gap fiscale di 20 punti tra il sistema Italia e l’Europa”

In foto: Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige

Corrarati (CNA Trentino Alto Adige): riforme urgenti, niente tasse sui beni strumentali

“L’Europa è troppo distante per le nostre ditte. Dobbiamo ridurre il gap fiscale che supera i 20 punti”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige, in merito alla differenza che esiste tra il nostro sistema ed il resto d’Europa.

“Nonostante si sia avviato un giusto percorso di riduzione della pressione fiscale, non è più tollerabile il sacrificio chiesto alle piccole imprese da un fisco che porta via il 61 per cento del loro reddito, circa 20 punti percentuali sopra la media europea. Questa situazione – prosegue Corrarati – è tanto più sentita in quanto non si riesce a percepire, ormai, il rapporto tra tasse pagate e servizi che, in cambio, le imprese e i cittadini devono ricevere”.

Secondo la CNA del Trentino Alto Adige occorre avviare un percorso di graduale riduzione del carico fiscale sulle piccole imprese utilizzando le risorse provenienti dalla lotta all’evasione fiscale e dalla riduzione degli sprechi nella gestione della cosa pubblica che ancora rimangono elevati.

“Il divario di tassazione – aggiunge Corrarati – non esiste solo con le imprese degli altri Paesi europei, ma anche tra piccole imprese che operano in diversi territori italiani. Queste iniquità derivano, principalmente, dalla tassazione Imu più Tasi sui beni strumentali delle imprese, peraltro fondata sul valore catastale degli immobili non aggiornato e molto distante dai reali valori di mercato. Non si può tassare un bene strumentale d’azienda come se fosse una seconda casa. Gli immobili aziendali sono arnesi da lavoro che servono per produrre il reddito che poi viene tassato”.

“La verità – argomenta il presidente di Cna del Trentino Alto Adige – è che il federalismo fiscale è fallito perché si poggiava su un nuovo equilibrio della tassazione tra centro e periferia che non c’è stato. È arrivato, allora, il momento di aprire il grande cantiere della riforma fiscale. Per cominciare si deve rendere del tutto deducibile dal reddito d’impresa l’Imu, ora deducibile solo al 20 per cento. Pagare un’imposta su un’altra imposta non è accettabile. Peraltro, la completa deducibilità del tributo comunale darebbe automatica attuazione al principio di spostare la tassazione dal centro alla periferia, perché a ogni aumento di tassazione comunale corrisponderebbe la riduzione di quella statale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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