Alla corte di Putin

Germania e Francia da Putin, assente l’Italia e soprattutto l’Ue, perché?

Hollande e la Merkel cenano con Putin e quindi discutono con Putin di confini ucraini. La mente ritorna alla fine degli anni ’30 del secolo scorso: Francia e Gran Bretagna discutevano di Cecoslovacchia con Hitler senza rappresentanze cecoslovacche. L’arbitro (anche se abbastanza di parte) in quel contesto fu Mussolini, oggi invece non assistiamo a nessun altro coinvolgimento di potenze terze, gli Usa infatti premono per l’azione di forza e si limitano a buttare benzina sul fuoco con dichiarazioni al vetriolo. Quasi d’incanto l’Europa si scopre nuda. Frau Merkel tira le fila della politica europea e se ne frega altamente d’invitare l’alto rappresentante Mogherini, fatto mai visto quando tale ruolo era ricoperto dalla inglese Ashton. Per chi non lo sapesse l’alto rappresentante, è a tutti gli effetti, il ministro degli esteri della Ue dopo la ratifica del trattato di Lisbona. (2009) Questo precedente gravissimo fa capire quanto la Ue sia lontanissima dai propri obiettivi dichiarati, cooperazione internazionale pari allo zero perfino alle porte dell’Europa. Ad essere onesti l’Ucraina fin dalla caduta del muro di Berlino fu considerata zona d’influenza russa, Gorbaciov si fece mettere nero su bianco degli accordi (rimasti segretissimi) in cui le potenze contraenti (Usa e Urss, Russia poi) si dividevano tacitamente le zone d’influenza strategica. I russi rinunciarono al Baltico e promisero d’allentare la pressione su tutti i teatri strategici in cui erano presenti in prima o seconda persona. L’Ucraina per una serie di motivazioni politiche e militari rimase saldamente in mano russa (come Armenia, Bielorussia etc). Putin quindi non rinuncerà mai a ciò che gli spetta e che invece gli Usa vorrebbero sfilargli da sotto il naso, facendolo precipitare in una crisi politica che potrebbe metterne in dubbio perfino la presenza al Cremlino. Le anime candide che invocano la libertà d’Ucraina non hanno capito la situazione reale, ovvero un paese destabilizzato da forze esterne (occidentali) in grado di logorare l’orso russo in una guerra continua (tutta a danno della popolazione locale) La Merkel avrà parlato di questo con Putin? Il buon senso ci dice di no, l’accoppiata male assordita Francia – Germania (interessi contrastanti e politiche divergenti) ha fatto gita in Russia per capire se Putin abbia intenzione eventualmente d’attaccare paesi limitrofi e non in caso d’intervento Nato (ricordiamo che il segretario atlantico da giorni parla d’azione militare come prima opzione, il tutto pubblicizzato perfino sul sito dell’Alleanza). Putin quindi, dall’alto di una capacità militare rilevante potrebbe attuare una risposta militare di rappresaglia verso quei paesi Nato che gli stanno “ad un tiro di schioppo”. La Grecia sarebbe la prima (un caso forse che Tsipras stia cercando di uscire dalla Nato, accelerando proprio in questi giorni?), poi sarebbe la volta dell’est, dalla spocchiosa Polonia (indifendibile, come nel 1940 già data per spacciata) alla riluttante Ungheria. Tutti Stati non coperti dal sistema missilistico Nato a lungo raggio. L’Italia si ritrova in prima linea (terzo fornitore Nato di mezzi e uomini, presenza di basi e testate nucleari sul proprio suolo) ma protetta dallo scudo anti missili (per il momento, in ogni caso tale scudo nulla può in caso d’attacco nucleare). Sarebbe la fine dell’Europa come la conosciamo e l’inizio di una guerra dagli esiti nefasti quanto incerti. L’Europa sotto attacco sarebbe un ghiotto bottino anche per Isis e simili che si ritroverebbero campo aperto per eventuali azioni militari di un certo rilievo, toccherebbe proprio a noi il mantenimento del fronte mediterraneo insieme alla Francia (sarà un caso che la nostra marina sia l’unica insieme ad Usa e Gb ad avere più di una portaerei in servizio attivo?). In questo senso il comportamento della Turchia potrebbe diventare ambiguo e la Spagna non ha capacità militari per impegnarsi in azioni di un certo rilievo (sarà un caso che le nostre forze speciali marittime come Goi e Comsubin abbiamo triplicato gli organici e rimodernato completamente gli aramanti ?) In questo immenso ballo tra cristalli l’elefante Kerry sta giocando tutte le sue carte per cercare d’indebolire il più possibile il fronte europeo, che invece di compattarsi si divide su tutto. Germania e Francia quindi stanno solamente cercando di capire cosa in effetti Putin potrebbe fare in caso d’intervento Nato ed in che proporzioni la sua reazione sarebbe contenibile. L’Ue in tutto questo sembra non esistere, eppure gran parte dell’Unione finirebbe in mano russa senza colpo ferire e verrebbero cancellati anni di aperture atte alla costruzione di un’Europa allargata a est. L’Italia, che ha interessi fortissimi oltre gli Urali, non ha nemmeno provato a esserci, occupandosi di politici pronti al cambio di casacca e riforme più o meno urgenti. Il tutto mentre due capi di stato cenano con uno dei nostri più importanti partner commerciali magari cercando di salvare il salvabile in caso di ulteriori sanzioni (che ci stanno spremendo) o peggio ancora di guerra. Il quadro che si presenta è ancora più tragico se si pensa che in questi giorni il problema maggiore dell’Ue sia la Grecia e la misura delle vongole pescate sulle nostre coste (non è uno scherzo, purtroppo corrisponde al vero) e non una guerra che potrebbe varcarne i confini. Siamo davanti ad una situazione paradossale, dove il buon senso sembra più albergare in Putin (oggi parla di collaborazione, Hollande di guerra) piuttosto che nelle democrazie occidentali. Lo zio Sam nel frattempo gongola, l’occasione tanto bramata per mettere fuori gioco i fastidiosi e petulanti europei sembra sia arrivata. In questo momento abbiamo corda e cappio in mano, l’augurio è non infilarci la testa…

In foto: Vladimir Putin

Marco P.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale

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