Pubblichiamo una lettera al Direttore dell’Avvocato Antonino Papa di Bolzano.
Che in tanti aspetti della vita quotidiana si stia perdendo il senso umano delle relazioni (anche) sociali è evidente a tutti. Basterebbe, per questo, considerare come segno rivelatore il modo in cui sono usati il linguaggio e le parole in politica.
In questi giorni giornali cartacei e online, blog, radio e giornali di tutti i canali televisivi, anche europei ed extraeuropei hanno riportano la notizia sugli insulti del vicepresidente del Senato, Calderoli,che ha paragonato la Signora Cécile Kyenge, ministra del governo italiano, alla scimmia antropomorfa orango. Trattasi di fatto grave, assurdo, vergognoso e avvilente di cui in un paese normale la ragion di Stato – ossia il senso comune connaturato alla politica – impone all’uomo politico di rispondere all’opinione pubblica. Mi sono chiesto: il fattaccio può essere archiviato con la presentazione di scuse? E’ segno di presa di coscienza di sé, se il parlamentare ammette i propri errori, dichiara di averla combinata grossa e chiede platealmente scusa ? Sono tali scuse sono un atto di consapevolezza e di ricerca di dialogo? Ripeto: è la scusa soddisfacente per chiudere l’incidente oppure ci vuole per il parlamentare qualcos’altro ad esempio una bella “ramazzata” nell’istituzione ?
Penso che le scuse non bastino se il “protagonista” parlamentare continuerà a presiedere il massimo organo democratico della nostra Repubblica. Purtroppo anche in questo episodio la Politica non si è assunta la responsabilità delle proprie funzioni e compiti e non ha reclamato fino in fondo la responsabilità degli atti dei politici anche nell’uso del linguaggio.
Se la politica è l’arte del possibile non regge la giustificazione della mancata previsione della mozione di sfiducia per i membri dell’Ufficio di Presidenza del Senato ed è anche moralmente insostenibile la vergognosa giustificazione della chiamata “in correità” se il senatore Calderoli afferma …”mi sarei dimesso se le forze politiche me lo avessero chiesto”. Non è un paradosso assecondare il pessimo andazzo della politica ? Tali politici riescono ad ascoltarsi quando parlano?
Oggi l’esposizione del nostro paese testimonia che viviamo in un periodo di “formale” democrazia (acefala) assoggettata a ragioni di deterioramento e di reale clima di irresponsabilità e ingovernabilità: l’incapacità, la fatica del confronto e la regressione culturale senza fine padroneggiano.
È questa una realtà di un’Italia che non avuto – negli ultimi anni – una classe politica dirigente all’altezza delle sue funzioni; ed anche sono assenti leader politici capaci democraticamente a cambiare il corso della storia nazionale. E il passato serve ? Aiutiamoci con la nostra storia se è una forza che spinge sul presente.: ricordiamo la grandezza di statista di De Gasperi e il suo discorso pronunciato alla Conferenza di Pace di Parigi nel 1946 ( sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me…): allora il valore della dignità della persona umana e il metodo del confronto politico sono stati e sono ancora oggi di esempio.
Questa premessa per segnalare, non senza una punta d’orgoglio, la sensibilità che in fatto di pluriculturalità e di rispetto della persona umana può vantare l’Alto Adige.
Infatti, proprio alcuni giorni prima che scoppiasse l’incidente Calderoli/Kyenge, la scrittrice bolzanina Pinuccia Di Gesaro, Presidente dell’Associazione socio-culturale “Fionda di Davide-Davidsschleuder” aveva inviato un formale invito alla Ministra Kyenge ad intervenire a Bolzano al Convegno del prossimo settembre riguardante l’immigrazione e l’integrazione: in tale invito la presidente Di Cesaro scriveva “di aver apprezzato le sue iniziative che presumibilmente trovano ostacoli vecchi e nuovi da parte di forze conservatrici e xenofobe” e ricordava che la storia dell’Alto Adige nella sua storia è caratterizzata dalle problematiche relative alla funzione dell’ heimat e della cittadinanza. Con i tempi che corrono, non mi pare poco.
Avv.Antonino PAPA
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