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Idee più chiare per lo sviluppo economico dell’Alto Adige

Doriana Pavanello, segretaria generale della CGIL-AGB, prende atto con soddisfazione del Piano Lavoro presentato da Bizzo, pur sottolineando che non è chiaro il modello di sviluppo al quale si pensa di orientare il territorio, con conseguenti investimenti pubblici per sostenere i settori ritenuti decisivi per lo sviluppo economico produttivo.

La storia recente ci ha insegnato che finiti gli incentivi, si ritorna alla situazione di partenza. Per questo la CGIL/AGB ha chiesto di monitorare rigorosamente come verranno utilizzati, in quali settori, per quali professionalità e se alla fine dei tre anni della loro durata il rapporto di lavoro si sarà effettivamente consolidato” commenta Doriana Pavanello.” Secondo la segretaria generale della CGIL-AGB, il Piano lavoro presentato dall’assessore Bizzo darebbe dei segnali positivi. La responsabile della CGIL – AGB sembrerebbe indicativamente d’accordo con il metodo che ha portato a inquadrare i possibili ambiti d’intervento. “Se tali misure saranno efficaci per l’occupazione, lo vedremo strada facendo. Il piano lavoro si colloca per metà parte nell’ambito degli ammortizzatori sociali e per un’altra parte in provvedimenti che guardano alla ripresa economica di breve termine. La parte carente che speriamo venga tempestivamente colmata – sottolinea ancora la segretaria generale – riguarda gli orientamenti economici ossia una definizione dei settori economici sui quali intervenire anche con investimenti pubblici indiretti, per guardare a un nuovo modello di sviluppo.” L’audace sindacalista non si ferma a dei buoni propositi e afferma: “in breve, dobbiamo pensare a come incrementare la richiesta di forza lavoro da parte delle imprese e non solo a come conservare l’occupazione esistente. Comunque possiamo dire che gli interventi che il piano contempla, non si allontanano dal quadro dell’investimento pubblico. Un investimento sul capitale umano che potenzialmente potrà creare effetti moltiplicatori”. Infine conclude ponendo l’accento sul problema delle retribuzioni e del rispetto dei diritti contrattuali: “Oggi, molti degli occupati non ha uno stipendio adeguato a reggere il costo della vita. Inoltre una fiscalità sempre più pesante sta erodendo le retribuzioni che solo cinque anni fa venivano definite di valore medio. A ciò si aggiungono condizioni e orari di lavoro peggiorativi. Quello che chiediamo dunque alla politica provinciale è uno sforzo in più per mettere in campo una vera e propria politica dei redditi che includa quelle fasce sociali oggi gravemente in sofferenza, magari pensando a un reddito di cittadinanza, complemento coerente al pacchetto sul lavoro”.

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