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Il tattico Durnwalder e lo stratega Dellai

DUE MODI DI INTENDERE LA POLITICA

S’era perso nella notte dei tempi il ricordo del dissidio tra Trento e Bolzano, così acuto da portare alla stagione degli attentati e al Los von Trient. Col secondo statuto, l’andata e ritorno all’assemblea dell’ONU, e con più pedestre scambio (voti contro nuove deleghe) attuato dal mercantilismo dei governi italiani con quello, non meno disinvolto, dei sudtirolesi, sembrava aleggiare una stagione d’amore e d’accordo tra le due Provincie o almeno tra i loro leaders.

Con l’aprirsi (anticipato) della stagione elettorale, riprende l’obbligata strada delle coalizioni per ottenere un seggio al Senato. La SVP ha scelto il PD, Dellai la lista montiana, e adesso le due fazioni stanno tirando dalla loro il PATT il partito autonomista trentino che però è alternativo al PD nella candidatura alla successione dellaiana della coalizione provinciale.

In questa temperie non è difficile immaginare il fastidio provato da Durnwalder vedendo illustrati l’altro giorno sul Correre della Sera i vessilliferi dell’Agenda Monti, primo tra tutti Dellai “presidente di turno della Regione Trentino-Alto Adige”. Come se qualcuno avesse voluto indebitamente accreditare Dellai (sine studio?) di una rappresentanza territoriale doppia di quella di cui ha realmente titolo. Ma si poteva capire che avrebbe pescato tanto nell’una quanto nell’altra delle due Province.

La stagione elettorale sarà breve, e non credo ci saranno ulteriori strappi. A Durnwalder che motivava l’alleanza con il PD col “nessuna intesa a favore dell’autonomia raggiunta col governo dei tecnici”, Dellai ha fatto spallucce sentenziando che “Durnwalder fa tattica, mentre io faccio strategia” (sic).

Durnwalder se la vedrà da qui fino a novembre col successore di Dellai, quell’Alberto Pacher che non ha avuto difficoltà a subentrare a Dellai nella carica di sindaco di Trento, ma che non se la sente di ereditare la ben più gravosa carica di presidente provinciale (non ha convinto nessuno la sua dichiarazione di non voler ricandidarsi perché in dissonanza con Bersani!). I giochi sono aperti col PD trentino e altoatesino. 

Durnwalder se ne va in punta di piedi? A nessuno è venuto in mente che avrebbe potuto seguire la scelta di Dellai: dimettersi per andare a Roma. Sono passati soltanto cento anni da quando il trentino Degasperi si candidava alla Dieta di Innsbruck e al Parlamento di Vienna. Una proposizione capovolta sembra pazzesca. Eppure c’era del grande nella pazzia di allora.

 

 

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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Claudio Calabrese

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