Categories: Cronaca

Vivisezione animale

di Ivan Perretta

VIETATA IN ITALIA LA PRATICA BRUTALE, 

VIENE ORA LIBERALIZZATA DALL’UE

 

Per cani e gatti la vivisezione, per gli umani prodotti delicatissimi per curare le loro pelli sensibili. Se il criterio guida è sempre quello del ”dio denaro” non c’è da stupirsi di questa barbarie. Sembra un incubo, ma è un’atroce realtà. Come scrive Antonio Cianciullo su Repubblica-online, l’UE ha deliberato che cani e gatti “vaganti” possano essere usati per la sperimentazione qualora non fosse possibile raggiungere altrimenti lo “scopo della procedura” della ricerca scientifica.

 

 

Questa pratica, già in uso nel XVI secolo, appare oggi inammissibile, fuori da ogni criterio di normalità, eppure la nostra società tanto “civilizzata” continua a praticarla. È inaccettabile, oggi come ieri, che per il cosiddetto “progresso scientifico” si sperimenti sugli animali causando loro dolore e sofferenza. E’ certamente comprensibile la necessità di sperimentare prodotti o farmaci sugli animali allo scopo di migliorare la vita di tante persone, purché ciò non causi dolore agli animali e comunque nel rispetto della loro dignità di esseri viventi. Del resto, anche sugli uomini si fa normalmente ricerca scientifica, e allora perché non applicare lo stesso criterio agli animali?

Oggi abbiamo a nostra disposizione un’infinità di programmi informatici e applicazioni software che permettono di simulare il comportamento degli organismi viventi. Quindi disponiamo di procedimenti del tutto innocui. Pare impossibile che con le attuali tecnologie non vi siano metodi eticamente sostenibili alternativi a sperimentazioni invasive sugli animali. Le televisioni non fanno altro che promuovere una ritualità di immagini all’insegna dell’etica rivolta al rispetto dell’ambiente e veniamo inondati di pubblicità grondante di “schampon e balsami che rispettano il ph naturale della pelle”, o di “olii essenziali” creati appositamente per la pelle delicata dei bambini, o di altre magnifiche raffinatezze.


Anziché promuovere iniziative un po’ strampalate per gli animali, come la produzione di birra per cani, manicure per gatti o veri e propri trattamenti di bellezza, sarebbe eticamente assai più opportuno e civile investire in sistemi di ricerca a “misura di animale”. Certo non dobbiamo trattare gli animali come fossero persone, ma rispettarli per quello che sono sì. Sono esseri viventi dotati di sensiblità, che soffrono e gioiscono, in certi casi in maniera non difforme da noi umani.

Vogliamo sperare che in Italia ci distingueremo e non giocheremo a fare gli imitatori di sorta, una volta tanto. Ora sarà da vedere se le attuali leggi italiane, che –vogliamo sottolinearlo – vietano esplicitamente l’uso di cani e gatti randagi per la sperimentazione, saranno modificate in virtù di quanto disposto nelle aule di Strasburgo. Generalmente le interpretazioni delle disposizioni europee non sempre trovano un’interpretazione letterale. Siccome non si tratta di interessi finanziari, ma “solo” di animali, non c’è da sperarci troppo. Ma come dice un antico detto: “La speranza è l’ultima a morire” e noi continuiamo a sperare.

 

 

Ivan Perretta

 

 

 

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