Rinasce l’ex bar Alan in via Duca d’Aosta. con la firma di grandi qualificati artisti.artisti. Il nuovo locale si chiamerà Avabar ed è stata arredata e decorata da due star del settore ricercate in tutto il mondo.
Lo storico locale è passato nelle scorse settimane dalle mani di Giuseppe “Pino” Ferrara a quelle dell’imprenditore bolzanino Giuseppe Martucci cambiando il proprio nome in Avabar. Una svolta che ha portato alla chiusura e ai lavori di questi giorni che hanno già solleticato la curiosità di alcuni affezionati e passanti. Apertura fissata per lunedì 23 gennaio con inaugurazione ufficiale alle ore 17.00.
Per il rilancio Martucci si è affidato a due artisti della ristrutturazione di livello: i liguri Mario Sturlese e Bruno Dematheis della firma Pitongiaeta. Da due settimane sono a Bolzano dopo un grande lavoro ultimato in una villa a Trento e prima di partire per l’Oman.
Entriamo, dunque, nel dettaglio della riqualificazione e del decoro del nuovo Avabar: punto centrale per l’attività di molti uffici nelle vicinanze ma anche del vicino Tribunale. “Il concetto di base – spiega Sturlese – è quello della creazione di un giardino della serenità. Un’oasi che possa rappresentare una parentesi senza stress. A livello cromatico e figurativo, dunque, siamo andati a riprendere questo concetto con decorazioni di richiamo naturale e vegetale ma non solo. Abbiamo scelto soluzioni che rendessero alcuni componenti come i tavoli o le sedie molto materici con trame tessili. Il tutto con uno stile urban contemporaneo con chiari accenni al floravivaismo.
Piccolo gioiello nel locale sarà la saletta interna al primo piano. All’interno una parete è stata ornata di motivi floreali con alcune carpe stilizzate che corrono anche lungo il muro della sala principale travalicando la parete di separazione degli spazi. Il lampadario sarà una grande rete da pesca mentre al centro spiccherà un affascinante tavolo in onice. “C’è un simbolismo forte – riprende Sturlese – per una saletta che è un piccolo mondo raccolto ma anche un inno alla libertà e all’apertura. Le carpe sul muro, infatti, sono idealmente fuggite dalla rete sul lampadario e corrono oltre il perimetro della sala verso una nuova libertà. In tutto sono diciassette omaggiando il brand di abbigliamento B17 disegnato dallo stesso Martucci. Il nome Avabar, invece, riprende la forte connessione con la natura del film Avatar ma richiama anche quel progressivo dissociamento alienante che il mondo del web vorrebbe attuare con gli avatar e che proprio gli spazi sociali di incontro curati e ben gestiti possono contrastare”.
Anche il dehors sarà totalmente rivisto con una gradazione omogenea della tonalità cromatica e il richiamo di un canneto nell’arredo murale
Il bar diventerà anche un luogo dedicato alla moda con l’esposizione di alcuni capi firmati B17 e la possibilità di acquistarli direttamente nel locale. Un angolo sarà dedicato anche a questo concept puntando sempre alla valorizzazione di ogni tipo di creatività che la città di Bolzano possa esprimere. Oltre alla moda si sta pensando anche agli autori dei libri oppure agli artisti che faticano a trovare spazi di esposizione. Questo spazio aperto anche a loro.
Foto. Ristrutturazione qualificata per @Avabar Giuseppe Martucci