Il canto popolare e la nuova musica trovano un singolare sodalizio nel concerto del 29 ottobre presso il Conservatorio Monteverdi di Bolzano, alle ore 11:00, con il Festival di Musica Contemporanea di Bolzano. L’appuntamento domenicale che da qui a metà novembre accompagnerà gli amanti della musica alla scoperta dei compositori nostrani e dei grandi maestri avanguardisti del Novecento, esplora con questo programma la voce umana e una delle sue forme più pure, il canto popolare, riletto attraverso la lente dei linguaggi contemporanei da un grande sperimentatore come Luciano Berio ma anche dai nostrani Michael F. P. Huber, Manuel de Roo, Marcello Fera, Mathias Johannes Schmidhammer e Simone Spagnolo.
La protagonista del concerto è naturalmente la voce, con la presenza di un’ospite che della musica contemporanea ha fatto uno dei punti di forza della propria carriera, il mezzosoprano Maria Eleonora Caminada.
É stata la protagonista dell’opera “Else” di Federico Gardella nel 2021 e dell’opera “L’ombra di un meriggio lontano” di Virginia Guastella nel 2022. É anche sua la voce “moltiplicata” dell’opera virtuale “Il silenzio e il canto” di Alessandro Solbiati. Fra le più recenti prime si annoverano anche “Matrem Magnificat” di Giorgio Colombo Taccani per soprano, coro e orchestra e “Phylum: Chordata (Gashes II)” di Edoardo Dadone.
Circondata dai musicisti dell’Ensemble Windkraft, ensemble pienamente votato all’interpretazione e promozione della Nuova Musica diretto per l’occasione da Stefano Ferrario, Maria Eleonora Caminada si avventura in un programma che si apre con un pezzo caro al suo repertorio: i “Folk Songs” di Luciano Berio, grande maestro del Novecento italiano, qui nella versione originale per sette strumenti. Con questa reinterpretazione di canti popolari provenienti dalla tradizione orale di diversi paesi, Berio voleva omaggiare il talento della cantante Cathy Berberian, sua ex moglie ma soprattutto grande interprete della sua musica. Furono eseguiti per la prima volta nel 1964 al Mills College in California da un’orchestra da camera diretta da Berio con Berberian come solista. La partitura prevede in questa versione, oltre alla voce, flauto, clarinetto, arpa, viola, violoncello e percussioni.
Con questa pietra miliare di Berio si trovano a dialogare tutti gli altri brani presenti in programma a partire da DJ(0017)land di Manuel de Roo, nativo di Den Haag ma attivo da molto tempo in Tirolo come strumentista e compositore. Il suo brano è una parafrasi sarcastica della canzone popolare del 19° secolo “Kein schöner Land in dieser Zeit” di Anton Wilhelm von Zuccalmaglio, rivisitata in chiave elettronica.
Con la musica popolare dell’Appennino si confronta Marcello Fera con il suo brano “La Bella Növa”, recuperando melodie e ritmi della tradizione italiana, proposti nella stessa formazione dei “Folk Songs” di Berio, mentre Matthias Schmidhammer esplora melodie ungheresi, la tradizione magiara dei popoli delle steppe con la composizione dal titolo “Esti dal”.
L’ultimo atto di questo programma è la partitura di Simone Spagnolo, originario di Salerno, con il suo “Three Folk Songs after Berio”, dove il dialogo con il maestro è dichiarato ed esplicitato nel titolo stesso.Foto. Maria Eleonora Caminada@Festival Musica Contemporanea Bolzano