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Quattro partiture per quintetto in prima assoluta3 min read

10 Novembre 2022 2 min read

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Quattro partiture per quintetto in prima assoluta3 min read

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Un nuovo appuntamento con la musica contemporanea per il festival pensato e diretto da Hubert Stuppner, giunto quest’anno alla sua 48° edizione. Un’età veneranda per una rassegna che da quasi cinque decadi offre un palcoscenico privilegiato a chi si cimenta nella scrittura di nuova musica in tutte le sue forme e linguaggi. Ancora una volta nella forma di un matinée musicale, il concerto si terrà il 13 novembre alle ore 11.00 presso il Conservatorio di Bolzano e vedrà sul palcoscenico un quintetto formato dai membri di Windkraft, una delle principali formazioni dedite all’esecuzione della musica contemporanea in Alto Adige.
Il programma è particolarmente degno di notta: due brani di maestri dell’avanguardia storica come György Kurtág e György Ligeti incorniciano quattro prime assolute di compositori dell’avanguardia contemporanea dell’Euregio, ovvero Giuseppe Gammino, Michael Lösch, Josef Haller e Simon Gamper.
Si comincia dunque con il precoce Quintetto per fiati op.2 di Kurtág, scritto in un periodo in cui il giovane compositore abitava ancora nell’Ungheria occupata dai sovietici e sottoposta pertanto ad una rigida censura artistica. La partitura riesce discretamente a trovare nuove soluzioni e linguaggi a partire da un vocabolario ereditato da Bartók, sfidando astutamente la censura e la repressione sovietica.
Il programma prosegue con il primo dei compositori nostrani ovvero il giovane Josef Haller ed il suo brano “Chaos Theory”, una commissione del Südtiroler Künstlerbund. La partitura trae ispirazione dall’ultimo dipinto di Salvador Dalì intitolato “Serie de las catástrofes”, un quadro enigmatico che utilizza in modo astratto le forme e i profili degli strumenti ad arco. In particolare, il foro della cassa armonica a forma di “f” può essere interpretato come simbolo dell’integrale matematico.
Dal surrealismo di Haller alla più drammatica attualità con la nuova composizione di Giuseppe Gammino, di origini siciliane ma ormai da anni residente e attivo in Alto Adige. Il titolo della partitura commissionata dal Festival di Musica Contemporanea, “e non cominciarono neppure a vivere”, è un requiem per tutti i neonati che hanno perso la vita in ogni guerra, in ogni viaggio e in ogni naufragio.
Molto più leggero e umoristico è l’intento di Michael Lösch con il suo “5 nach 12 – Fünf Minuten Gebläse”, in cui il compositore si interroga sulla possibilità di prendersi ancora del tempo per l’umorismo e l’improvvisazione.
L’ultima delle quattro composizioni in prima assoluta è opera di Simon Gamper, compositore free-lance residente in val Passiria. “Cinque (=3+2)” è una partitura regolata da rigide proporzioni matematiche. Cinque musicisti suonano per 5 minuti su 5 strumenti diversi e la forma rispetta la proporzione 3:2, una proporzione che per Gamper è una metafora della paura della morte.
Il programma si chiude tornando alla temperie culturale e musicale con cui si è aperto, ovvero le avanguardie storiche, con György Ligeti, tra i massimi compositori del Novecento e grande amico di Kurtág. Anche le sue “Bagatelle”, originariamente per pianoforte, sono scritte sotto l’influenza di Bartók e Stravinsky.
Ad eseguire questo ricco programma sarà un quintetto di fiati costituito da Michael Cede al flauto, Stephanie Treichl all’oboe, Roberto Gander al clarinetto, Ingrid Gantioler al fagotto ed Egon Lardschneider al corno.
Dopo questo appuntamento il Festival tornerà il 3 dicembre alle ore 11.00 presso il Centro Trevi, con un concerto dedicato ad un ensemble di fiati del Conservatorio Monteverdi di Bolzano, diretto dal compositore Maurizio Colasanti ed un programma incentrato su musiche del Novecento.