Proteste in Iran, il regime sequestra i manifestanti

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) riferisce che la Repubblica islamica dell’Iran si affida sempre più al rapimento di giovani per reprimere le proteste in corso. Da sabato, almeno 38 curdi, per lo più giovani, sono stati rapiti da “ignoti”. In realtà, dietro di loro ci sono le forze di sicurezza del regime. Vogliono intimidire i genitori dei giovani affinché non permettano ai loro figli di scendere in strada per protestare contro il regime. Solo a Dehloran, nella provincia di Ilam, nell’ovest del Paese, sono stati rapiti 20 giovani uomini e donne.
Parallelamente ai rapimenti, il regime dei Mullah continua a ricorrere alla forza armata. Dalla metà di settembre, almeno 66 curdi sarebbero stati uccisi e circa 5.000 feriti. In almeno 51 casi, le forze di sicurezza hanno sparato munizioni vere contro manifestanti pacifici. Tra i morti e i detenuti ci sono molte donne e bambini. La violenza colpisce in modo particolare le minoranze. Più di un terzo dei 300 morti totali apparteneva all’etnia beluci. I Beluci sono una minoranza di fede sunnita. Ci sono stati almeno 14.000 arresti in tutto il Paese. 960 di loro sono curdi, tra cui 141 donne.
Il regime non si stanca di affermare che dietro le proteste di massa ci sono separatisti e nemici stranieri. In questo modo, il regime vuole distogliere l’attenzione dall’ovvio: le proteste a livello nazionale sono sostenute da quasi tutti i settori della popolazione. In tutti i gruppi etnici e religiosi, sono soprattutto le donne a portare avanti il movimento per la libertà. Per dividere i manifestanti e metterli l’uno contro l’altro, il regime non lascia nulla di intentato. Strumentalizza i conflitti settari, soprattutto tra la maggioranza sciita e la minoranza sunnita. Ora i governanti cercano di spaventare i genitori e di usarli contro i loro figli. Per questo motivo i giovani vengono rapiti in strada, a volte anche dalle loro case, da “sconosciuti”.
La politica degli Stati Uniti e della Nato non gode di fiducia in tutto il Medio Oriente. Per questo i governi occidentali devono dimostrare una solidarietà reale e credibile al popolo iraniano. Per aiutare i manifestanti in Iran, è necessario un fronte unito a livello internazionale contro il regime dei Mullah – e un’alternativa credibile. Gli interessi del popolo devono essere al centro di tutto questo, non gli interessi politico-politici della Nato. Il popolo iraniano ha avuto abbastanza esperienze negative con le politiche dei governi occidentali. Ora non ci devono essere accordi con Teheran che danneggiano il movimento democratico.

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