Cinquant’anni fa nasce il Servizio civile in seguito al riconoscimento dell’Obiezione di coscienza

Quest’anno si celebrano i 50 anni di servizio civile e per questa occasione il Centro per la Pace e l’Associazione Pax Christi Punto Pace organizzano un incontro per gli studenti dell’Istituto Cesare Battisti di Bolzano. Domani, giovedì 1 dicembre, gli studenti e le studentesse dialogheranno con Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, direttore della rivista mensile “Azione nonviolenta”, membro dell’esecutivo della Rete italiana Pace e Disarmoe membro del comitato scientifico della Fondazione Alexander Langer.
Sarà un’occasione per ripercorrere la storia dell’obiezione di coscienza e per riflettere sul legame intrinseco con l’identità di pace che porta con sé, riflettendo  sull’attualità e sulla necessità dell’attuazione di politiche nonviolente nella nostra società.
Il 15 dicembre del 1972 fu approvata la legge sull’obiezione di coscienza che permise ai giovani che, per diverse motivazioni personali,avvertivano una profonda contraddizione nel dover assolvere all’obbligo del servizio militare, di poter svolgere un servizio civile alternativo. Così dal 1973 al 2005 (anno di sospensione del servizio militare obbligatorio) furono quasi 800.000 i giovani che ne usufruirono e poterono operare per il bene della società invece di imparare a uccidere.
Dalla nascita dell’Assemblea Costituente e per gli anni a seguire, diverse furono le proposte di legge per riconoscere l’obiezione di coscienza, ma nessuna di queste fu approvata fino a quella del 15 dicembre 1972, prima legge italiana che riconosceva l’obiezione di coscienza. Un’ideale di nonviolenza trasversale a vari orientamenti politici: gli obiettori erano cattolici, anarchici, evangelici, Testimoni di Geova, pentecostali, antimilitaristi, nonviolenti, laici
L’obiezione di coscienza non si esaurisce nel solo rifiuto militare, ma si amplia in una dimensione trasversale basata su valori etici, dove l’imperativo morale del “Non Uccidere” presuppone un rifiuto imprescindibile all’uso delle armi e alla guerra.

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