Personale cercasi, Confesercenti incontra il centro di mediazione lavoro Bolzano e Assb

Le aziende cercano disperatamente personale e il semplice cartello sulla porta o l’annuncio sul web non bastano più. Come uscirne? Difficile trovare una strada. Confesercenti sta lavorando ad alcuni progetti strutturali per creare una maggiore connessione tra domanda e offerta di lavoro passando per la formazione. In quest’ottica oggi pomeriggio la funzionaria competente per i pubblici esercizi Elke Moeltner ha messo allo stesso tavolo la coordinatrice del centro di mediazione lavoro Bolzano Ivonne Miotti, gli assistenti ai posti di lavoro in Assb Roberto Nesler e Sandro Fanelli e i titolari di bar e ristoranti Al Torchio, Charro’s, Doppiozero, McDonald’s, Zenzero, La Grolla, Romagnolo e Tortuga. Presente anche il direttore di Confesercenti Mirco Benetello.
Il centro di mediazione lavoro Bolzano. I numeri del centro di mediazione lavoro provinciale riflettono una certa difficoltà nell’affrontare tutte le situazioni. “A noi si rivolgono per obbligo di legge – spiega Miotti – le persone che rimangono involontariamente senza lavoro e fanno richiesta di ammortizzatori sociali ma anche coloro che necessitano semplicemente di un aiuto per la ricerca di una nuova opportunità lavorativa. Attualmente le persone in cerca di un’occupazione sono  circa 6.300 a Bolzano e 15.200 in Provincia a fronte di 9 mediatori che a breve dovrebbero diventare 40 secondo quanto previsto dal programma di rafforzamento del mercato del lavoro altoatesino“. Coloro che rientrano nel bacino di utenza del centro bolzanino conoscono prevalentemente la lingua italiana e meno quella tedesca avendo, molti, un background migratorio. Questo aspetto rappresenta una criticità nel collocamento soprattutto per quelle posizioni che prevedono il requisito del bilinguismo. Di questi 6.300 quanti sarebbero pronti per un inserimento lavorativo? “Tra gli iscritti nella lista dei disoccupati ci sono anche lavoratori stagionali che hanno terminato l’attività estiva ma riprenderanno con l’inizio della stagione invernale, mamme che si sono licenziate nel primo anno di vita dei figli per poterli accudire, giovani che stanno frequentando un percorso di studio: casistiche diverse che richiedono una presa in carico diversificata. Con l’entrata in vigore del Programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL) a fine dicembre 2021, riforma introdotta dall’Italia nell’ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), l’ambizioso obiettivo della mediazione sarà quello di offrire percorsi di politica attiva personalizzati sulla base di un sistema innovativo di profilazione che individua il fabbisogno della persona e il percorso di politica attiva più idoneo (dal reinserimento lavorativo, alla consulenza e orientamento, alla formazione di base e di natura specifica e specialistica).
Il matching offerta-domanda. Il portale eJobLavoro (jobs.bz.it), la Borsa lavoro dell’Alto Adige rappresenta uno degli strumenti principali per fare un match tra offerta e domanda di lavoro. “La frequenza di aggiornamento degli annunci su questa piattaforma è essenziale. Una pubblicazione puntuale delle posizioni aperte favorisce un intervento più rapido da parte del centro di mediazione lavoro nella fornitura di possibili candidature idonee” spiega Miotti. “Effettivamente – il commento di Moeltner – non sempre le nostre aziende sono puntuali nella pubblicazione degli annunci. Una maggiore frequenza potrebbe aiutare”.
Cosa cercano i ristoranti? La risposta è banalmente camerieri, cuochi, aiuto cuochi e baristi. “Avendo chiare le esigenze – continua Miotti – possiamo fornire una lista di possibili candidati idonei ma è importante che, sia le strutture sia le persone interessate, ci forniscano con tempestività un feedback sull’esito dei colloqui. Il rifiuto di un’offerta congrua comporta l’applicazione delle regole della condizionalità. Serve un canale diretto di comunicazione con le aziende. In questo caso con bar e ristoranti”. “Le richieste – le fa eco Moeltner – però sono sempre più un ginepraio. C’è chi non vuole lavorare a pranzo e chi a cena. Sabato e domenica è sempre più difficile convincere i dipendenti. Ci sono ristoranti che chiudono nel weekend o che non fanno servizio diurno o serale. Nemmeno loro riescono a venirne fuori trovando personale. Una volta l’efficacia del passaparola era evidente. Oggi non funziona più”.
I progetti sociali di inserimento. Una strada percorribile potrebbe essere puntare forte anche su progetti sociali di inserimento come quelli seguiti per Assb da Nesler e Fanelli. “Nello specifico ci occupiamo dell’assistenza al posto di lavoro per persone con disabilità. E’ importante insistere con le aziende nel rimarcare le potenzialità di queste soluzioni. Non solo per il loro valore sociale ma anche per le opportunità di crescita e supporto professionali che portano. Anche qui è questione di accorciare la filiera della comunicazione e del confronto tra offerta e domanda”.

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