Giudici dall’Austria in Consiglio provinciale

Una delegazione di giudici, procuratrici e procuratori austriaci ha fatto visita oggi al Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano. Il gruppo, guidato dalla presidente del Senato della Corte d’Appello di Vienna Maria-Elisabeth Wanke-Czerwenka e accompagnato dal console generale d’Austria a Milano Clemens Mantl, si è confrontato nell’aula consiliare con la presidente Rita Mattei, il vicepresidente Josef Noggler e i consiglieri Hanspeter Staffler e Josef Unterholzner.

Dando il benvenuto agli ospiti, la pres. Rita Mattei ha evidenziato la ricorrenza dei 50 anni del Secondo Statuto di Autonomia, base dello sviluppo di un sistema di tutela e piena partecipazione delle minoranze linguistiche tramite “un sistema giuridico complesso ma preciso in cui si intrecciano rotazione delle funzioni, presenza paritetica negli organismi e rappresentanza proporzionale”, cui si aggiunge il diritto all’uso della madrelingua. Ringraziando per l’accoglienza, la presidente Wanke-Czerwenka ha chiarito che la delegazione è in trasferta per approfondire le modalità di convivenza tra gruppi linguistici in diversi Paesi e Regioni europee, tra cui, oltre all’Alto Adige, Istria e Slovenia. Anche a Vienna, ha detto, convivono cittadini di gruppi linguistici differenti, con cui la Corte d’Appello spesso si confronta; si è detta poi colpita dal sistema bilingue del sistema pubblico altoatesino.

Nell’ambito del confronto, le delegate i delegati viennesi si sono voluti informare sulla distanza o vicinanza tra la politica locale e quella nazionale, la formazione di una maggioranza consiliare in presenza di 12 gruppi politici, l’esistenza di partiti che chiedono autodeterminazione o indipendenza, la scelta dell’appartenenza al gruppo linguistico. Hanno poi chiesto notizie sulla gestione bilingue del sistema giuridico e l’apprendimento del relativo linguaggio specifico. Il confronto ha riguardato anche la difficoltà di reperire personale specializzato – e non specializzato, resa ancora più difficile, per quanto riguarda il settore pubblico altoatesino, dall’obbligo di garantire il bilinguismo.

Foto/c-Consiglio/Caldonazzi

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