Nel corso di due giornate a Bressanone, 18 assistenti spirituali in servizio negli ospedali dell’Alto Adige hanno approfondito le loro esperienze e fissato le priorità del lavoro a favore di pazienti, familiari e personale sanitario. Il punto a 30 anni dalla riforma provinciale che ha aperto la professione ai laici.
L’occasione per l’incontro presso l’Accademia Cusanus, scrive in una nota l’Ufficio comunicazione della Diocesi Bolzano Bressanone è stato il 30° anniversario della riforma dell’assistenza spirituale ospedaliera in Alto Adige:
L’assistenza pastorale per i malati e i loro familiari è offerta sin da quando esistono le istituzioni sanitarie, ma la possibilità di assumere anche laici qualificati da parte dell’Azienda sanitaria ha rappresentato 30 anni fa una novità assoluta a livello nazionale.
Ritrovarsi a Bressanone per la ricorrenza è servito a fare il punto della situazione nel settore. Dopo aver ripercorso gli anni passati, i partecipanti hanno approfondito gli aspetti che riguardano il loro lavoro quotidiano e il futuro dell’assistenza spirituale ospedaliera in Alto Adige. In piccoli gruppi e poi nel plenum sono stati individuati i temi particolarmente urgenti e importanti per definire i passi futuri, come la questione del servizio di reperibilità in ospedale 24 ore su 24, le diverse tipologie di rapporti di lavoro con l’Azienda sanitaria e l’introduzione di un organismo di coordinamento provinciale.
Queste due giornate di ritiro, secondo gli assistenti spirituali, sono state un momento importante per rafforzare il loro impegno con le persone in ospedale. Ai lavori, moderati dalla consulente Maria Sparber, ha partecipato anche il direttore dell’Ufficio pastorale diocesano Reinhard Demetz.
Foto. Incontro all’Accademia Cusanus a Bressanone