“Siamo chiamati a non lasciare indietro nessuno” ammonisce Daniela Höller nella giornata internazionale delle persone con disabilità

“Siamo chiamati a non lasciare nessuno indietro”, dichiara la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Daniela Höller, “e soprattutto non possiamo lasciare indietro bambine, bambini e adolescenti, in particolar modo quelli più vulnerabili. È necessario, anche secondo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, tutelare le generazioni che verranno e, fra loro, le minorenni e i minorenni con disabilità, beneficiari ma anche agenti del cambiamento: solo attraverso la partecipazione e l’inclusione di tutti, solo ribadendo il diritto delle bambine e dei bambini e degli adolescenti con disabilità a prendere parte su base di eguaglianza alla vita culturale della comunità possiamo garantire loro la piena ed effettiva accessibilità alla società in tutti i suoi aspetti: politico, sociale, economico”.
La Giornata Internazionale delle persone con disabilità, istituita dalle Nazioni Unite il 3 dicembre 1981, ha lo scopo di rinnovare e sottolineare ogni anno l’importanza della promozione dei diritti e dell’autonomia delle persone con disabilità.
“La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge n. 18/2009, riconduce la condizione di disabilità all’esistenza di barriere ambientali e sociali, create dalla società stessa. Non sono quindi le persone ad essere disabili tout court, ma sono rese disabili da circostanze esterne” – ricorda Höller – “e per questo la Convenzione impone agli Stati membri di eliminare tali ostacoli, rappresentati anche da discriminazioni e limitazioni che impediscono ai giovani con disabilità di partecipare appieno alla vita sociale. Un punto focale, in particolar modo a seguito del virus Covid-19, è quello che riguarda la scuola. Anche secondo la citata Agenda 2030 uno degli obiettivi centrali del prossimo decennio è quello di garantire un accesso equo, di qualità e senza barriere all’istruzione. La pandemia ha impattato fortemente su bambine, bambini e adolescenti: li ha privati della possibilità di sperimentarsi in una comunità, di vivere un momento di socializzazione fondamentale per lo sviluppo. Per le bambine e i bambini con disabilità l’ostacolo è stato ancora più grande, poiché molti non hanno potuto fruire o hanno potuto fruire solo in parte degli strumenti previsti dalle leggi n. 104/1992 e n. 170/2010, rispettivamente a tutela dei diritti di coloro che presentano una disabilità fisica, psichica e sensoriale e dei diritti di coloro che manifestano un disturbo specifico dell’apprendimento, come dislessia, disgrafia o discalculia”, prosegue la Garante. “Per questo in tutto il periodo più duro della pandemia ho sostenuto la necessità di ridurre al minimo la DAD e di riprendere al più presto la scuola in presenza, poiché, sebbene sia stata una misura necessaria per tutelare la salute, la didattica a distanza non può in alcun modo sostituire l’insegnamento in presenza: per quanto ben organizzata, non consente il contatto diretto con compagne, compagni e insegnanti. Sempre più giovani si ritirano socialmente e non è facile riuscire a raggiungerli e, nel caso di bambine e bambini con disabilità, il rischio di isolamento e ritiro è ancora più grande”, continua la Garante per l’infanzia e l’adolescenza. “Saluto con favore ogni misura volta a mantenere le scuole aperte: non possiamo permetterci altre chiusure – che costituiscono altrettanti ostacoli alla partecipazione di tutte e tutti alla vita sociale e culturale – in particolar modo per i più fragili. Solo attraverso il costante confronto e la necessaria attenzione sulla necessità di dar luogo ad una società equa, dialogante, accogliente anche negli spazi riusciremo a garantire l’inclusione di bambine e bambini con disabilità e a contribuire al superamento di ogni forma di esclusione” conclude la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Daniela Höller.

Foto. Daniela Höller

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