Volontarius a Bruxelles, esposta l’esperienza di Bolzano per la gestione dei minori non accompagnati

I referenti bolzanini del Gruppo Volontarius, Simone Bracalente e Maria Elena Crescentini, sono stati invitati dall’ASGI (Associazione Studi Giuridici Immigrazione) in qualità di esperti del settore ad un workshop transnazionale svoltosi il 21 e 22 ottobre a Bruxelles per portare la propria esperienza a favore dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) e illustrare il modello di accoglienza altoatesino come esempio di best practice.
Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) che giungono in Europa lungo le rotte migratorie negli ultimi mesi registra una forte crescita. A partire da febbraio 2021, l’ICJ-EI (International Commission of Jurists – European Institutions) sta implementando un progetto biennale intitolato “Children’s Alternatives to Detention protecting their Rights in Europe” (CADRE) con l’obiettivo di promuovere sul territorio Europeo l’espansione, l’attuazione e il miglioramento di attività praticabili ed efficaci come alternative alla detenzione dei minori migranti nel pieno rispetto dei loro diritti. Il progetto coinvolge sette Paesi dell’Unione Europea: Malta, Grecia, Bulgaria, Polonia, Belgio, Ungheria e Italia.
È implementato in collaborazione con organizzazioni nazionali di ciascun partner: Aditus e l’Agenzia per il benessere dei richiedenti asilo (Malta), Foundation for Access to Rights (Bulgaria), Greek Council for Regugees (Grecia), Helsinki Foundation for Human Rights (Polonia), Defence for Children International (Belgio), Hungarian Helsinki Committee (Ungheria) e l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI (Italia).
Nelle due giornate di workshop, i partecipanti hanno condiviso le loro pratiche ed esperienze sulle alternative alla detenzione e sul rispetto dei diritti umani (unità familiare, diritto all’istruzione, salute, gioco, prevenzione degli abusi), valutandole alla luce dei principi del diritto internazionale sui diritti umani. Il gruppo ha discusso dei temi relativi alla presa in carico del minore, alla valutazione comunitaria ed al modello di collocamento in progetti di accoglienza come “alternative alla detenzione”, mettendo in evidenza le sfide pratiche e legali nonché gli ostacoli a tale collocamento non praticabile negli altri paesi europei coinvolti.
Dal workshop sono emerse alcune posizioni comuni come, ad esempio, il fatto che i minori migranti non dovrebbero mai essere detenuti al momento del proprio arrivo sul territorio europeo e che tutto deve essere fatto per impedire che ne vengano limitate le libertà. In relazione all’iter di controlli previsti per l’accertamento dell’età anagrafica, i partecipanti hanno convenuto che non dovrebbe essere una procedura di routine poiché dovrebbe essere tenuta in considerazione la dichiarazione del minore a meno che non vi sia un fondato dubbio. Soprattutto ciò non dovrebbe essere effettuato al confine, ma piuttosto in una fase successiva in maniera multidisciplinare.
I rappresentanti del Gruppo Volontarius hanno inoltre sottolineato l’importanza del sostegno psicologico e di assistenza legale, nonché della nomina di un tutore a favore dei MSNA, fattori carenti presso gli altri Paesi coinvolti nel confronto. Parallelamente, descrivendo l’iter previsto dal modello di accoglienza locale, è stata evidenziata l’importanza della creazione di una rete di figure professionali a favore dello sviluppo progettuale ed individuale del minore in accoglienza. In questo contesto, sono state riportate le funzioni ed i ruoli dei professionisti coinvolti, tra cui quello del case-manager, degli educatori delle comunità, dei servizi specialistici e, non da ultimo per importanza, quello del mediatore linguistico-culturale.Infine, a differenza dello scarso livello di collaborazione tra le ONG e le autorità nazionali condiviso dai membri dei Paesi partecipanti al workshop, gli operatori del Gruppo Volontarius hanno invece messo in luce la virtuosa co-progettazione e condivisione degli intenti messa in atto negli ultimi vent’anni tra le organizzazioni del terzo settore altoatesino, le autorità e gli enti pubblici (Provincia ed in particolare l’Ufficio per la tutela dei minori e l’inclusione sociale).

Foto. Workshop MSNA a Bruxelles/CVolontarius

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