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“40 parole”, della scrittrice Luisa Cardinale dalla sua viva voce domani a Bolzano2 min read

25 Novembre 2021 2 min read

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“40 parole”, della scrittrice Luisa Cardinale dalla sua viva voce domani a Bolzano2 min read

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Domani 26 novembre alle ore 17.30 per la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne” che ricorre oggi, l’Associazione culturale Club Arcimboldo in collaborazione con la Biblioteca delle Marcelline, organizza un incontro, presso l’Auditorium dell’Istituto in via delle Marcelline 1, con la scrittrice Luisa Cardinale per parlare del suo libro “40 parole” presente al Salone del libro di Torino 2021.
“Le parole sono potenti… hanno la capacità di rievocare ricordi, danno forma ai pensieri, alle esperienze positive ma anche dolorose.” Molte di queste sono perfettamente adeguate alla giornata odierna nella quale si vuole ribadire il rispetto se non l’affetto e l’amore per la donna.
Luisa Cardinale, bolzanina di nascita e olbiese di adozione, come lei stessa ama sottolineare, da anni si divide fra impegno sociale e professione, fra famiglia e comunità. La sua storia professionale la rende una delle rare figure qualificate quale fundraising manager e responsabile marketing di alcune fra le più importanti aziende e ora anche autrice. È l’anima di #PensieroPositivo, il programma settimanale in onda su Radio Internazionale Costa Smeralda, destinato alle associazioni di volontariato, che con ottimismo e caparbia lavorano sul territorio dando una mano a chi l’ottimismo lo ha perso.
Le parole di Luisa Cardinale che richiamano la giornata odierna vogliono ricordare che la violenza sulle donne un problema sociale e culturale ancora radicato nel nostro Paese: la più diffusa violazione dei diritti umani.
Ogni tipo di violenza, violenze sessuali, rapimenti, sfruttamenti e quant’altro minaccia la sicurezza, l’equilibrio, l’integrità fisica e psichica della donna e causa gravi disagi e sofferenze ai figli.
La violenza ed il maltrattamento rappresentano un allarme sociale in aumento, un fenomeno che riguarda donne e maltrattanti di ogni stato sociale,  etnia e formazione culturale non più la vecchia tesi che vedeva l’uomo violento come qualcuno affetto da patologia psichiatrica, di modesta istruzione o con problemi di integrazione sociale. L’impegno deve essere quindi di 365 giorni all’anno, non solo il 25 novembre, perché si sa che la violenza contro le donne si può eliminare solo grazie ad una vera e propria rivoluzione culturale partendo dai giovani coinvolgendo le famiglie e la scuola.

In foto, Luisa Cardinale