Oggi è il 24 aprile e ricorre il centenario dell’uccisione del maestro Franz Innerhofer per mano fascista. Come ricorda Claudio Calabrese in Bolzano nel segno dei tempi (Edizioni Praxis – Bolzano), il 24 aprile del 1921, pochi mesi dopo la costituzione dei Fasci di combattimento in città, si presentò per i fascisti una buona occasione di farsi sentire. Era domenica e si svolgeva nel Tirolo del nord un referendum per l’annessione alla Germania. Anche a Bolzano, dove ebbe luogo l’inaugurazione della prima fiera postbellica, erano state preparate schede e urne per quel referendum. Naturalmente con mera funzione simbolica e propagandistica. Da Brescia, Mantova, Verona e Vicenza arrivarono in città oltre duecento squadristi che in centro si unirono ai camerati locali e aggredirono il corteo folcloristico, nonché parecchi spettatori. Franz Innerhofer, insegnante di musica a Marlengo e padre della nota poetessa Maridl, si trovava a Bolzano quella domenica assieme a due suoi allievi della banda musicale del suo paese per partecipare al corteo. Hans Theiner che allora aveva nove anni, stava portando il tamburo quando improvvisamente in piazza delle Erbe un gruppo di squadristi assalì il corteo con manganelli, colpi di pistola e bombe a mano. Durante il tumulto al bambino fu strappato bruscamente dalla testa il cappello. Immediatamente Innerhofer cercò di mettere in salvo il piccolo. Fuggirono e si ripararono nell’atrio della Residenza Stillendorf nell’attuale via Vanga, dove il maestro fu colpito e ferito mortalmente da colpi di pistola. Oltre alla sua morte, negli scontri ci furono una cinquantina di feriti. L’esercito che avrebbe dovuto intervenire per fermare i facinorosi, intervenne con grande ritardo, limitandosi unicamente a scortare i fascisti alla stazione ferroviaria.
Giustamente la stampa tedesca dette molto rilievo ai fatti. Da allora, quel giorno entrò nella storia come Blutsonntag ovvero domenica di sangue. Per ovvi motivi di opportunismo politico i responsabili della morte di Innerhofer non furono trovati.
Nel 2019 il Bundespräsident austriaco Alexander Van der Bellen e il Capo dello Stato Sergio Mattarella si sono recati sul luogo dell’uccisione di Innerhofer per sottolineare l’importanza della memoria storica come monito per le future generazioni.
Foto d’apertura, Franz Innerhofer
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