“Odio di genere online”, Unterberger auspica l’introduzione del reato penale

“Durante il Covid l’odio in rete è cresciuto. Per questo è importante l’impegno preso dal Consiglio provinciale di Bolzano per una serie di iniziative volte a contrastare il fenomeno.
I dati dicono che le donne sono le prime vittime degli insulti sui social. Assieme alle campagne di sensibilizzazione servono norme che tutelino maggiormente le donne vittime di questi fenomeni. Già nel luglio 2019, con alcuni colleghi avevamo depositato un disegno di legge per contrastare l’istigazione all’odio e alla discriminazione di genere.” Lo scrive in una nota la presidente del Gruppo per le Autonomie e senatrice della SVP, Julia Unterberger.
“Nel frattempo è stato approvato dalla Camera, ma non ancora dal Senato, il ddl Zan con il quale si estendono dall’istigazione all’odio di genere le norme del codice penale già previste per l’istigazione all’odio razziale, etnico e religioso. La sua approvazione definitiva sarebbe un importante passo in avanti, anche se non risolutivo della questione. Sulla rete – prosegue – si consumano vere e proprie forme d’aggressione che non colpiscono solo la reputazione e la dignità delle donne, ma che istigano anche alla violenza sessuale.
Per questo, oltre a una definizione del crimine d’odio, con specifiche aggravanti quando si consumano sulla rete, occorre una chiamata in causa delle piattaforme che ospitano questi contenuti, facendo proprie le raccomandazioni emanate a livello comunitario nel 2016.
In Germania, da più di due anni, è in vigore una legge che impone alle piattaforme la rimozione dei contenuti che istigano all’odio, con multe fino a 50 milioni di euro in caso di inadempienza. Sulla rete troppe persone si sentono impunite e il fenomeno è sempre più dilagante. Questo proprio perché le attuali norme non bastano. Un buon esempio è il reato di revenge porn: prima della nuova fattispecie di reato c’erano norme che teoricamente difendevano le vittime, ma è dalla sua introduzione che i giudici e gli avvocati hanno uno strumento davvero adeguato per tutelare le vittime e perseguire i colpevoli.
Per questo spero che prima della fine della legislatura si trovi la possibilità per affrontare la questione. Come ha ricordato il presidente Mattarella lo scorso 8 marzo, le parole di odio e di disprezzo verso le donne alimentano pregiudizi ottusi e selvaggi, determinando atteggiamenti e comportamenti inaccettabili. Rafforziamo tutti gli strumenti che consentono di combattere questo fenomeno.”

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