Il rubinetto del credito alle imprese rischia di chiudersi

“È ora di parlare seriamente di credito per le imprese. I vaccini combattono il virus, ma la necessità di dare credito alle ditte senza avviare nuovi metodi di classificazione delle aziende nei rapporti con il proprio istituto di credito, combatte la crisi economica e aiuta a sopravvivere. Dopo un anno di crisi a questi livelli, non si recupera in pochi mesi il livello perduto. Servono anni, durante i quali va data credibilità nuova alle nostre aziende da parte degli istituti di credito, che devono potersi liberare dalla stretta delle regole europee”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige.

Continuare a garantire la necessaria liquidità alle imprese e ottimizzare l’attuale disciplina del Quadro Temporaneo degli aiuti di Stato (Temporary Framework) in relazione all’evoluzione della situazione: è la richiesta che CNA, insieme alle altre principali associazioni di imprese e all’Abi, ha inviato al Governo e alle istituzioni europee con due lettere sottolineando che “il prolungarsi della crisi sanitaria determinata dal Covid-19 continua a incidere negativamente sulle attività di impresa e allontana per molte di esse la ripresa. Tale grave situazione ha evidenti rilevanti impatti economici e sociali”.

“È fondamentale sostenere le imprese – aggiunge Corrarati – evitando che perdano capacità produttiva: occorre creare i presupposti sulla base dei quali le aziende, una volta terminata l’emergenza sanitaria, abbiano le capacità, anche finanziarie, per riattivare rapidamente la produzione e contribuire alla crescita economica del Paese. In particolare, con riferimento al tema della liquidità, è necessario che le banche possano accordare alle imprese e alle famiglie nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e prorogare le moratorie in essere, senza l’obbligo di riclassificare il debitore in negativo (forborne) o, addirittura, in insolvente (default) secondo la regolamentazione europea in materia; riattivando la flessibilità che l’EBA aveva concesso alle banche europee all’inizio della crisi economica”.

Per quanto riguarda il Quadro Temporaneo degli aiuti di Stato, il limite, di sei anni per gli aiuti, come garanzia sui prestiti, è estremamente stringente. È necessario estendere la garanzia pubblica da sei anni a non meno di quindici anni. Ciò consentirebbe alle imprese di diluire il proprio impegno finanziario su un arco di tempo più lungo, avendo a disposizioni maggiori risorse per affrontare la fase della ripresa con successo.

Secondo CNA, Vanno favorite le operazioni di ridefinizione della durata dei finanziamenti in essere con le garanzie offerte dal Fondo di garanzia per le PMI, l’Ismea, la Sace, il sistema dei Confidi o altri soggetti autorizzati e con copertura degli eventuali maggiori oneri per le imprese mediante adeguati contributi in conto capitale ammissibili secondo la disciplina del Temporary framework.

“L’eccezionale severità della crisi – conclude Corrarati – richiede di intervenire con tempestività e pragmatismo per limitare le negative conseguenze economiche e sociali. Anche le Province di Bolzano e Trento sono chiamare a fare la loro parte, rafforzando i consorzi di garanzia territoriali”.

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