“Semplificare la burocrazia è la madre di tutte le riforme”

“Il Covid non nasconda o non faccia dimenticare i vecchi problemi per le aziende, il primo dei quali è la burocrazia”.  Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige, evidenziando i dati dell’Osservatorio nazionale della CNA “Comune che vai, burocrazia che trovi” che misurano l’impatto negativo di procedure lunghe, complesse e costose per avviare un’impresa.  Davanti alla Commissione parlamentare per la semplificazione, la CNA ha ricordato che da tempo sollecita la “lotta contro la cattiva burocrazia” e che “negli ultimi anni non sono mancate le buone intenzioni da parte del legislatore per razionalizzare e semplificare l’apparato burocratico”.

L’Everest della burocrazia è riservato alle attività di autoriparazione: per aprire un’officina il moloch della pubblica amministrazione pretende 86 adempimenti che si traducono in quasi 19mila euro di costi da affrontare. Una scalata quasi identica per gli aspiranti imprenditori falegnami: 78 adempimenti e 19.700 euro di spesa per le pratiche. Le gelaterie superano i bar con 73 adempimenti contro 71; se la passano meglio, si fa per dire, gli acconciatori con appena 65 pratiche da sbrigare presso 26 enti e un onere di 17.500.

La diversa organizzazione di molti uffici a causa dell’epidemia, fa registrate anche nella nostra regione tempi più lunghi per avviare imprese o autorizzare investimenti.

“Nonostante lo sforzo profuso dal Parlamento, dal Governo e dalle Province di Bolzano e Trento – rileva Corrarati – l’azione di ammodernamento appare ancora inadeguata. Rimangono elementi di disomogeneità, soprattutto a causa dell’intreccio dei molteplici centri di produzione normativa, che alimentano sovrapposizioni e ritardi per l’avvio dell’attività di impresa. Occorre fare un tagliando agli aggiustamenti introdotti sui principali strumenti amministrativi”. Tra questi la conferenza dei servizi, l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) che non ha centrato l’obiettivo di economicità amministrativa e con tempi di rilascio ancora troppo lunghi. Così come il SUAP (Sportello Unico per le attività produttive) che sconta in molte località l’impossibilità dell’accesso per via telematica nonostante sia un obbligo di legge.

“Il Recovery Plan – evidenzia il presidente di CNA regionale – offre l’opportunità irripetibile di realizzare i necessari investimenti in digitalizzazione, innovazione e capitale umano per modernizzare la pubblica amministrazione. Ecco perché chiediamo alle Province autonome di coinvolgere le parti sociali. Guardiamo con interesse al rilancio dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023, strumento utile per rinnovare la logica ispiratrice delle modifiche più recenti. È fondamentale muoversi nella direzione di garantire efficienza da parte della pubblica amministrazione per accompagnare e favorire la ripartenza dell’economia”.

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