Misure anti Covid, le attività artigianali rimangano aperte, sì a protocolli rigidi e controlli, no alla paralisi, CNA-SHV

CNA-SHV Unione degli Artigiani e delle Piccole e Medie Imprese esprime apprezzamento per la riattivazione del tavolo di concertazione tra la Provincia e le parti sociali, più volte auspicato, per discutere congiuntamente sulle misure da adottare sia per limitare il contagio sia per tenere in piedi le aziende e salvare i posti di lavoro.
L’Associazione rileva con soddisfazione che è stata presa in seria considerazione la proposta di non chiudere le attività artigianali, comprese quelle di cura della persona (parrucchieri e centri estetici), qualora venissero applicate ulteriore misure restrittive, pur se con la necessità di rivedere e rendere ancor più stringenti i protocolli di sicurezza e più efficaci i controlli. Preoccupazione viene invece espressa per le tante incertezze sui ristori passati, presenti e futuri. Inoltre CNA-SHV ha ribadito l’urgenza di coinvolgere le parti sociali nella revisione ed attuazione del Recovery Plan provinciale, proposta che ha ricevuto risposta positiva dalla Provincia.
Nella riunione di oggi, 3 febbraio 2021, alla quale hanno partecipato il presidente di CNA-SHV, Claudio Corrarati, e il direttore Gianni Sarti, l’Associazione ha preso atto, dalle comunicazioni del presidente della Provincia, Arno Kompatscher, dell’assessore Thomas Widmann e dei dirigenti sanitari Zerzer e Bertoli, che la situazione è fortemente critica per la pressione ormai al limite sul sistema sanitario.
CNA-SHV, senza sottrarsi alla responsabilità di diffondere le informazioni e sensibilizzare gli associati, ha ribadito il no alle chiusure delle attività economiche che, tramite i protocolli di sicurezza elaborati proprio grazie alle imprese e agli artigiani, hanno reso sicuri i luoghi di lavoro. Ha inoltre chiesto chiarezza nella comunicazione: se l’emergenza è sanitaria, si chiuda per tale motivo e senza addossare responsabilità alle aziende.
Forti timori, invece, CNA-SHV ha espresso sui ristori, visto che i parrucchieri, chiusi a novembre nonostante il Decreto legge nazionale ne consentisse l’apertura, non hanno ricevuto versamenti né dallo Stato né dalla Provincia. Demandare la soluzione a un ipotetico Decreto Ristori Quinques o a soluzioni provinciali non ben definite non aiuta a rasserenare il clima e a tranquillizzare gli operatori economici.

In foto, Gianni Sarti, direttore CNA-SHV Trentino Alto Adige

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