di Michele Piccolin, psicologo forense, Associazione Italiana Psicologia Giuridica

Con il termine bullismo si intende un comportamento lesivo sul piano fisico, psichico e socio-relazionale che di norma viene messo in atto ripetutamente nel corso del tempo e in maniera intenzionale, da parte di uno o più “bulli” nei confronti di una vittima. La relazione tra il bullo e la vittima è una relazione caratterizzata da uno pesante squilibrio di potere tra le parti coinvolte rimanendo spesso finalizzata al soddisfacimento di perversi bisogni di affermazione e supremazia del bullo nei confronti della vittima.
Il bullismo può vedere coinvolti diversi tipi di comportamenti: dalle aggressioni verbali alle vere e proprie aggressioni fisiche, fino ad arrivare agli attacchi indiretti che comprendono la manipolazione sociale, per esempio tramite l’uso di pettegolezzi diffamatori e offensivi, o l’esclusione sistematica di una persona dalla vita di un gruppo per lui significativo. Generalmente con il termine bullismo ci si riferisce infatti a un fenomeno che avviene nel contesto scolastico o comunque ad un contesto sociale dove gli attori sono i giovani.
Legato al fenomeno del bullismo è quello del cyberbullismo, ovvero l’uso improprio delle tecnologie e dei social per colpire, diffamare e perseguitare le vittime, per esempio divulgando foto o filmati in rete e diffondendoli su larga scala. Se generalmente le caratteristiche del bullo inveterato comprendono tendenze antisociali quali irresponsabilità, disonestà, manipolatività e mancanza di empatia o senso di colpa, nel caso del cyberbullismo risultano più accentuati aspetti di vigliaccheria in quanto viene a mancare la relazione diretta tra l’aggressore e la sua vittima. Protetto dall’anonimato il cyberbullo può agire in maniera ancora più incisiva sulla sua vittima, puntando a renderla nel tempo una persona sempre più fragile, priva di capacità di problem solving, succube, insicura, sottomessa e terrorizzata.
Non poche sono inoltre le occasioni in cui la vittima arriva a vergogna di sé e a colpevolizzarsi per la situazione in cui si trova. Si sente sola nell’affrontare il disagio, sciocca per non essersi saputa difendere e a volte non denuncia il suo aggressore. In diversi soggetti bullizzati si possono peraltro innescare veri e propri quadri psicopatologici soprattutto di stampo post traumatico, ansioso e depressivo che possono danneggiare in maniera importante la salute mentale della vittima, facendola entrare in un pericoloso circolo che nei casi più gravi può portarla anche ad azioni impulsive e sconsiderate.
Alla luce di quanto sopra dobbiamo però rimanere coscienti che contrastare il fenomeno del bullismo è possibile e doveroso: lo si può fare sia tramite un’azione preventiva sia tramite un’azione punitiva.
In merito alla prevenzione è necessaria la collaborazione tra le figure di riferimento dei giovani, i genitori e il personale specializzato, in modo da portare avanti un programma educativo condiviso, che non sia terreno fertile per l’instaurarsi di comportamenti aggressivi. A questo proposito va sottolineata l’importanza del ruolo svolto nelle scuole italiane della nostra provincia dallo psicologo scolastico quale professionista attento alla promozione del benessere psicologico, relazionale e comportamentale e alla prevenzione di più gravi disagi che possano sorgere in realtà giovanili delicate e complesse. In casi di bullismo infatti l’intervento di uno psicologo può aiutare le vittime a rielaborare in maniera utile le conseguenze derivate dalle aggressioni, favorendo il ripristino di un senso di sicurezza e protezione, ridando speranza, forza e fiducia nelle proprie prospettive e nella propria serenità.
Circa invece il fronte repressivo si osservi come un severo contrasto alle diverse forme di bullismo oltre ad arginare questo triste e pericoloso fenomeno svolga anche un importante effetto terapeutico nel percorso di recupero della vittima. Il consiglio rivolto a loro e ai loro famigliari è dunque quello di non sottovalutare i fatti ma di reagire in maniera decisa, isolando rapidamente il bullo e denunciando sempre le sue malefatte. Chi realizza atti di bullismo finisce infatti spesso per compiere illeciti a livello penale e/o civile, per cui la vittima che subisca un danno ingiusto alla propria salute o alle proprie cose potrà chiedere un giusto risarcimento. A tal proposito specialisti idonei quali lo psicologo forense possono valutare le ricadute dannose a livello anche psicologico che i comportamenti dei bulli hanno causato.

Foto, Michele Piccolin

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