Brexit – quali conseguenze per i consumatori europei?

Il 1° gennaio 2021 il Regno Unito ha definitivamente abbandonato l’Unione Europea. Terminato il periodo di transizione, a tre anni e mezzo dal celebre referendum del 23 giugno 2016 che ha sancito la vittoria del “leave” sul “remain”, istituzioni europee e governo britannico hanno raggiunto un accordo per regolare i futuri rapporti, scongiurando così il temuto “no deal”, scenario che avrebbe comportato un recesso dall’UE senza intesa alcuna.

 “La Brexit è ormai definitivamente compiuta; il Regno Unito è ufficialmente fuori dal mercato unico europeo e tale evento, di portata epocale, ha generato nei consumatori non pochi dubbi circa la possibilità di usufruire ancora delle tutele europee nelle loro transazioni oltremanica” dichiara Maria Pisanò, direttore del Centro Europeo Consumatori Italia. “È dunque necessario illustrare le principali novità, nei settori di maggiore interesse della rete dei Centri Europei Consumatori, nell’applicazione delle garanzie e dei diritti che i consumatori europei hanno beneficiato nei confronti di professionisti stabiliti nel Regno Unito”, prosegue Pisanò.

Sino al 30 settembre 2021 per viaggiare in UK sarà sufficiente la carta di identità valida per l’espatrio. Le tutele previste dai regolamenti sui diritti dei passeggeri nelle differenti modalità di trasporto continueranno ad applicarsi, ma sarà necessario considerare attentamente luogo di partenza, luogo di arrivo e sede e licenza del vettore.

Nel trasporto aereo, ad esempio, i passeggeri dell’Unione possono continuare a beneficiare dei diritti sanciti dal Regolamento (CE) 261/04, sia nei voli operati da compagnie UE in partenza da uno Stato dell’Unione con destinazione Regno Unito, sia in quelli in partenza da questo e operati da compagnie UE con destinazione all’interno dell’Unione. Se si viaggia, invece, dal Regno Unito verso la Francia o l’Italia con una compagnia britannica, il Regolamento non è applicabile.

La normativa sui pacchetti turistici e servizi turistici collegati è tuttora applicata, ma l’organizzatore potrebbe non essere obbligato ad offrire garanzie in caso di fallimento.

In caso di malattia, non è possibile utilizzare la tessera sanitaria europea, mentre per avere informazioni sui costi di roaming è necessario contattare il proprio gestore di telefonia mobile.

All’acquirente italiano, spagnolo o polacco continuano ad applicarsi il divieto di blocchi geografici ingiustificati (c.d. geoblocking) e le direttive sul commercio elettronico. Sulle pratiche commerciali sleali e sulle garanzie nella vendita di beni di consumo, in virtù del principio secondo cui se un venditore indirizza la sua attività verso consumatori stabiliti in un determinato Paese, al contratto si applica la legge del Paese in cui risiede il consumatore. Anche il regolamento sulla protezione dei dati, il GDPR, continua a dispiegare i propri effetti.

Con la Brexit, il Regno Unito non è più parte dell’unione doganale, pertanto la circolazione delle merci, libera nel mercato unico, è provvisoriamente regolata, sino a febbraio 2021, dall’accordo siglato il 24 dicembre 2020.
In quest’ambito due preziosi strumenti vengono meno: la piattaforma ODR (risoluzione delle dispute online), quale mezzo di risoluzione extragiudiziale delle controversie, non è più accessibile da cittadini britannici e nei confronti di professionisti stabiliti in UK, così come non lo è più il procedimento europeo per le controversie di modesta entità, sebbene i tribunali continueranno a trattare i casi ricevuti entro il 31 dicembre 2020.

Per quanto concerne la rete dei Centri Europei Consumatori il Centro del Regno Unito resterà operativo per tutto il 2021 assicura Monika Nardo, coordinatrice dell’ufficio di Bolzano e le controversie in gestione nei confronti di professionisti britannici continueranno il loro corso e i consumatori potranno rivolgersi al Centro come negli anni passati.

Foto, Boris Johnson – premier britannico 

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