Trento. Il Centro S. Chiara saluta l’anno con “2020, 200, 20”

In occasione dell’approssimarsi della lunga notte di Capodanno, il Centro Servizi Culturali S. Chiara rinnova il consueto appuntamento spettacolare, regalando al proprio pubblico un’occasione di intrattenimento per salutare questo complicato 2020 all’insegna del divertimento e della spensieratezza.

Anche quest’anno, quindi, il Teatro Sociale di Trento è pronto ad alzare il sipario – seppur in maniera virtuale – proponendo in streaming giovedì 31 dicembre (ore 21) un coinvolgente evento capace di mescolare musica e racconto, in grado di fare da sottofondo a quelle poche ore che ci separano dal nuovo anno.

“2020, 200, 20 – Racconto tra musiche e prosa di un periodo della storia d’Italia”, questo il titolo dello spettacolo prodotto e diretto dal regista Francesco Bellomo, che in questo difficile momento per il teatro intende celebrare, da un lato, i 200 anni del “Sociale”, e dall’altro i 20 anni del Premio Persefone, manifestazione ideata e diretta dallo stesso Bellomo.

Scritto da Paolo Logli, lo spettacolo segna il ritorno sul palcoscenico dopo alcuni anni di assenza del noto attore Paolo Calissano, che sarà affiancato dall’attrice Veronica Rega, dalla cantante Martina Difonte e dal cantante trentino Matteo Ferrari.

Le canzoni sono macchine del tempo. Ogni canzone è legata ad un ricordo, ad un avvenimento, ad un pezzo della nostra storia personale o sociale. Le canzoni sono la colonna sonora della nostra vita e della vita della nostra nazione. Lo sa bene il protagonista di questo testo teatrale, un juke box Wurlitzer, che ci racconta il suo lungo vagare per l’Italia, per gli anni e per le mode, per gli avvenimenti e per le icone.

Dalla sala da the anni 40 alle balere, al dancing e alla rotonda sul mare in cui si celebravano gli anni 60, ai baretti sulla spiaggia ai fast food gremiti di paninari, il nostro juke box ha suonato le sue canzoni dovunque. Cantando, facendo ballare, e guardandosi intorno, testimone di modi di fare e di costumi che cambiano, di mode che si modificano, capelli che si allungano e gonne che si accorciano.

Attraverso la musica incontriamo il mito di Parigi e quello americano, la California da sognare e le estati degli anni sessanta a Forte dei marmi, i Paninari e gli hippy. Ognuno raccontato da una canzone e dalla voce di quel juke box che le ha suonate.

E poi, come per magia, ecco che quelle canzoni prendono vita e diventano il racconto di un momento, di un modo di essere. Ed evocano la voce di una ragazza figlia dei fiori, ma anche di sussiegose signore del ventennio, di Dalida e di Diana Spencer, oppure evocano la Dama Bianca o Mia Martini.

Un viaggio lungo sessant’anni di miti e di sogni italiani, sulle note di una musica suonata da uno strano elettrodomestico, ormai prossimo ad andare in pensione, ma che ha contenuto, come uno scrigno dei segreti, i voli di fantasia di molte generazioni non solo di italiani.

Wurlitzer è un grande atto d’amore per la musica, colonna sonora della nostra vita. Un racconto che fluisce sull’onda di quelle note che vivono in simbiosi coi nostri ricordi e con i momenti indimenticabili della vita di tutti.

«Attraverso uno straordinario apparecchio come il jukebox, ripercorreremo insieme un grande periodo della storia del nostro Paese – spiega il regista Francesco Bellomo – dagli anni ’30 agli anni ’80, decade nella quale questo strumento ha iniziato a trasformarsi in un oggetto vintage. Si avrà così occasione per riascoltare alcune tra le canzoni che maggiormente hanno contraddistinto le varie decadi, tra racconti, costume e aneddoti che hanno caratterizzato la storia italiana».

Lo spettacolo verrà trasmesso in streaming alle ore 21 sul sito internet del Centro (Teatro virtuale, sezione Streaming) e sarà possibile accedervi gratuitamente, previa prenotazione obbligatoria da effettuare su www.centrosantachiara.it, (fino alle ore 20.45) all’interno della scheda relativa allo spettacolo. Il video sarà disponibile soltanto nella giornata e nell’ora di programmazione indicata.

Foto, Matteo Ferrari e Martina Difonte

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