Regione. Bocciata in Commissione legge dei Verdi sulla quota di genere

Ha detto no la Prima commissione regionale al disegno di legge dei Verdi per stabilire una quota di genere obbligatoria nelle liste per le elezioni comunali, prima firmataria Brigitte Foppa. La proposta è stata respinta con 7 No (3 dell’SVP: Gert Lanz, Franz Locher, Helmut Tauber; 2 della Lega: Denis Paoli, Gianluca Cavada; 1 del Patt: Lorenzo Ossana; 1 Freiheitlichen: Ulli Mair), 3 Sì (1 Verdi: Riccardo Dello Sbarba; 1 Team K: Maria Elizabeth Rieder; 1 astensione PD: Luca Zeni).
Molto delusa Brigitte Foppa, la prima firmataria della proposta di legge che nonostante questo primo giudizio negativo, spera nel dibattito in aula. Le elezioni comunali appena concluse hanno mostrato chiaramente quanto sia ancora difficile per le donne essere elette. Nonostante ci sia stato un lieve miglioramento rispetto al 2015, i numeri fanno ancora impressione. Dai calcoli risulta che nei Comuni dell’Alto Adige le donne elette sono state 504, 45 in più rispetto alla scorsa legislatura Quelle elette a sindaca quest’anno sono state 13 (3 in più rispetto al 2015), gli uomini eletti a sindaco sono 103. Nella maggior parte dei Comuni le consigliere non arrivano al 25%, questo significa che una donna sta sempre seduta non accanto a 1 uomo, ma a 3. Sono ancora molto lontane dalla parità. Impressionante è la solitudine delle donne in alcuni comuni: a Braies siede una sola donna con 11 colleghi uomini, a Brunico siedono 4 donne accanto a 23 uomini, a Campo Tures siedono 2 donne accanto a 16 uomini, a Marebbe, Moso in Passiria, Perca e Rason Anterselva siedono 2 donne accanto a 13 uomini. Solo in un unico comune su 116, lo 0,008% dei Comuni, a Cermes, le donne sono in leggera maggioranza.
“Gli studi mostrano che il Comune è il livello delle istituzioni democratiche in cui le donne fanno più fatica a entrare. I motivi sono diversi. Uno di questi è che a livello comunale l’associazionismo ricopre un ruolo importante – e le donne vi partecipano di meno. Ma anche la visibilità è rilevante, quindi la presenza obbligatoria di (più!) donne nelle teste di lista è importante. L’ormai frequente “donna alibi” in coda di lista non fa nessuna differenza!”, commenta la prima firmataria Brigitte Foppa.

In foto, Brigitte Foppa

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