Bagdad e Arbil discutono sullo status del Sinjar

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) invita tutti i governi dell’UE a sostenere gli sforzi per raggiungere un accordo sullo status politico e amministrativo della regione abitata prevalentemente da Yezidi del Sinjar (Shingal) nell’estremo nord-ovest dell’Iraq. La popolazione Yezidi, il governo regionale del Kurdistan e il governo centrale iracheno di Baghdad stanno discutendo per arrivare a un tale accordo.

All’inizio di ottobre si è saputo che Baghdad e il governo del Kurdistan autonomo si erano accordati in linea di principio sullo status del Sinjar, ma stanno discutendo sulla sua attuazione. A causa delle dispute tra Baghdad e il governo del Kurdistan per la principale regione Yezidi del Sinjar, centinaia di migliaia di Yezidi, che sono stati espulsi dal cosiddetto Stato islamico nell’agosto 2014, non possono tornare a casa dai campi profughi.

Dopo l’espulsione dell’IS nel 2015 dal Sinjar, vi sono state istituite diverse amministrazioni che sono sotto il controllo di questa o quella milizia o partito politico. Questa circostanza fa sì che tutti e nessuno si sentano responsabile della ricostruzione e della sicurezza del Sinjar. Le numerose amministrazioni e le milizie concorrenti hanno causato il caos in una regione che era già svantaggiata prima del genocidio della popolazione Yezidi.

Dalla caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003, l’APM ha ripetutamente richiesto uno status speciale per la regione di maggior insediamento degli Yezidi, il Sinjar. La popolazione locale deve poter decidere da sola come vuole vivere. L’articolo 140 della costituzione irachena prevede questa possibilità. La popolazione Yezidi teme che altrimenti continuerà ad essere governata nell’ambito di paesi a forte prevalenza islamica. La maggioranza della popolazione Yezidi vuole essere coinvolta in tutte le decisioni sul futuro del Sinjar. Questo è l’unico modo per evitare che gli Yezidi siano ancora una volta abbandonati al loro destino e massacrati dagli islamisti radicali. Le vittime del genocidio hanno bisogno di protezione, sicurezza, libertà e giustizia. Il 3 agosto 2014, i 400.000 Yezidi del Sinjar sono stati attaccati dalle milizie terroristiche. Migliaia di persone sono state uccise o rapite. Le donne catturate sono state violentate, costrette a sposarsi o vendute nei mercati degli schiavi.

Foto, un cimitero distrutto yezida in Iraq del Nord/c-Prof. Dr. Jan Ilhan Kizilhan

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