Azerbaigian e Turchia stanno combattendo una guerra sporca

Gli abitanti della Repubblica d’Armenia e della regione di Artsakh (Nagorno-Karabakh) in Azerbaigian sono i discendenti dei sopravvissuti al genocidio perpetrato dai Giovani turchi contro gli Armeni. Durante la Prima guerra mondiale, i nazionalisti turchi e i loro complici curdi hanno commesso il primo genocidio sistematico del XX secolo. Da allora, non ci sono quasi più Armeni in Turchia e nell’odierna Turchia islamista rappresentano una sparuta minoranza. Ora proprio la Turchia minaccia la regione di Artsakh, enclave armena nella Repubblica islamica dell’Azerbaigian. Una continuazione del genocidio dei giovani turchi? Ma cosa c’é dietro il conflitto in Artsakh? Tessa Hofmann, sociologa tedesca e collaboratrice di lunga data della GfbV, scrive a questo proposito:

Nel Karabakh – Artsakh in armeno – non sono due gli Stati che combattono tra loro, ma uno dei contendenti è una regione che si batte per la conservazione della propria indipendenza. Si tratta dell’incompatibilità di due principi del diritto internazionale: il diritto nazionale all’autodeterminazione e la tutela dell’integrità territoriale. Ma le rivendicazioni dello Stato dell’Azerbaigian nei confronti del Karabakh, risalenti al 1918, sono giustificate dalla storia e dal diritto internazionale?

Il conflitto in realtà non è nato 32 anni fa, ma dopo la prima guerra mondiale, quando la Conferenza di pace di Parigi non ha voluto impegnarsi in modo permanente nel Karabakh. Tra il dicembre 1920 e il giugno 1921, il potere sovietico promise inizialmente all’Armenia sovietica le regioni del Nakhichevan e del Karabakh, quest’ultima popolata per oltre il 90% da Armeni. Poi, su insistenza della nascente Turchia kemalista, nel luglio 1921 Mosca concesse entrambe le regioni all’Azerbaigian. Per decenni gli armeni del Karabakh, separati dall’Armenia, hanno manifestato una forte volontà di riunirsi, cosa che durante il periodo della riforma del 1988 ha portato alla nascita di un movimento di massa con lo slogan “Miazum!” (“Unificazione!”). Ma la richiesta del Soviet Supremo del Nagorno-Karabakh di essere separato dall’Azerbaigian e annesso all’Armenia non fu accolta.

Quando il Karabakh si staccò dall’Azerbaigian nel settembre 1991, questo reagì con un tentativo di riconquista militare. Il conflitto non è mai stato pacificato. Questa guerra non dichiarata è costata la vita a 40.000 persone, 23.000 delle quali Armeni, per lo più civili. Dal 2012 l’Azerbaigian, sostenuto dal regime di Erdogan, ha ripetuto i suoi tentativi di riconquista. A differenza della Turchia, che ha riconosciuto Cipro del Nord come Stato, l’Armenia non ha ancora osato riconoscere la Repubblica di Artsakh, figuriamoci unirsi ad essa.

Foto, carta del Nagorno-Karabakh. Wikipedia

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