Divieto per i veicoli Diesel, cercare soluzioni per i mezzi aziendali

CNA-SHV apprezza la volontà del Comune di Bolzano di mantenere in vigore la deroga al divieto di circolazione per i veicoli Diesel Euro 0, 1, 2 e 3 almeno fino a metà del 2021. Allo stesso tempo, però, l’Unione degli Artigiani e delle Piccole e Medie Imprese chiede che, in vigenza della deroga temporanea, al tavolo della politica, in questa campagna elettorale, approdi una seria riflessione su come gestire il problema dell’inquinamento e dei divieti per i veicoli Diesel, senza danneggiare artigiani e aziende che stanno già vivendo una fase di grave difficoltà a causa dell’epidemia da Covid-19.

A luglio 2019 era scattato il divieto di circolazione in città dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19 per tutti i veicoli Diesel Euro 0, 1, 2 e 3 eccetto i mezzi aziendali. Dal primo gennaio 2020 il divieto è stato esteso a tutti i Diesel fino ad Euro 3, nel contesto di un programma che, entro due anni, dovrebbe fermare anche Euro 4 ed Euro 5.  L’emergenza Covid-19 ha fatto scattare un’ordinanza del sindaco che sospende il divieto di circolazione fino a data da destinarsi, ovvero fino al termine dell’emergenza.

“La digitalizzazione dell’apparato pubblico – rileva Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV – permette di dematerializzare alcuni servizi pubblici, ma anche attività private, utilizzando il lavoro agile a distanza. Ciò aiuta una città come Bolzano, densa di uffici pubblici e meta di numerosi lavoratori provenienti da fuori capoluogo. Prima di penalizzare i soggetti più deboli, si agisca su altri fronti, togliendo dalla strada la mobilità non produttiva e lasciando circolare i veicoli legati alla produzione”.

La proposta di CNA-SHV è di introdurre come avvenuto in altre città, ad esempio Milano, un sistema di ticket di accesso annui limitati ed a scalare per i veicoli più datati, ma che percorrono pochissimi chilometri l’anno. “Si potrebbe pensare ad un sistema triennale con un numero di accessi sempre più ridotti anno dopo anno – precisa Corrarati -. Penso a tutti quegli artigiani che percorrono meno di 10mila km l’anno con il furgone. Dopo 20 anni, con 2000.000 chilometri percorsi, il furgone è vecchio d’età ma al contempo poco usurato”.

Un’indagine, condotta a giugno 2018 da CNA-SHV tra gli associati, aveva rilevato che l’86,8% dei mezzi in possesso delle micro e piccole imprese, artigiane e non, rischiava di non poter più circolare entro il 2023 se, per abbattere le emissioni di biossido di azoto, fossero stati applicati i divieti di circolazione per i veicoli Diesel senza alcuna deroga per quelli aziendali. Il 10,2% dei mezzi risultava Euro 2, il 24,5% Euro 3, il 21,8% Euro 4, il 30,3% Euro 5, il 13,3% Euro 6.
A giugno 2019, analogo sondaggio, ha rivelato che l’avvicinarsi del divieto di circolazione aveva convinto le imprese a investire: il 45% dei veicoli risultava tra Euro 2 ed Euro 5, a rischio di blocco, mentre gli Euro 6 erano saliti al 24% e i veicoli elettrici o ibridi al 15%.

“Questo avvenuto ricambio di mezzi – conclude Corrarati – riteniamo sia il miglior risultato ottenibile. Senza incentivi mirati per il cambio dei veicoli, la cosiddetta rottamazione green, e senza soluzioni tecnologiche che mettano al riparo da sorprese e al contempo consentano la normale attività aziendale, più di così non si può chiedere alle piccole aziende. Il virus ha un costo aggiuntivo, ovvero una crisi economica che non aiuta le aziende a fare investimenti sul parco mezzi nel breve periodo. Ecco perché dobbiamo programmare adesso soluzioni che consentano la mobilità alle aziende, disincentivino la mobilità personale non produttiva, garantiscano l’abbattimento dell’inquinamento anche sperimentando soluzioni tecnologiche nell’organizzazione del lavoro”.

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