Norma d’attuazione sulla Corte dei Conti – il vero problema dietro la polemica

Negli ultimi giorni abbiamo potuto, o dovuto, assistere a un’accesa disputa tra la maggioranza e l’opposizione, scatenata dalla proposta di una nuova norma di attuazione per la nomina politica dei giudici presso la Sezione di Controllo della Corte dei conti.
Mentre alcuni parlavano di un chiaro tentativo di “occupazione ostile” della Corte dei conti da parte della politica, di un’operazione segreta e torbida a scapito di un controllo trasparente, altri l’hanno vista come un passo inevitabile verso un organismo di controllo più efficiente, già prassi in altre regioni e che veniva comunque richiesto dalla stessa Corte dei conti.
Naturalmente, in questa disputa – come purtroppo accade quasi sempre nella nostra provincia – non poteva mancare la componente etnica; a seconda dell’atteggiamento “patriottico” degli interpellati, alcuni vedono la norma di attuazione proposta come un attacco all’unità dello Stato e alla Costituzione, altri invece la vedono come una necessaria estensione dell’autonomia che tutti devono sostenere-
afferma il Co-Portavoce Verdi Grüne Vërc Felix von Wohlgemuth in una nota, ponendo l’accento sul fatto che in tutto questo battibecco politico è stato del tutto perso di vista il vero problema che si cela dietro la polemica.
Con il sistema delle Commissioni dei 6 e dei 12 e con le norme di attuazione  da loro elaborate, e che in origine erano pensate solo per l’attuazione dei provvedimenti concordati all’interno del “Pacchetto”, oggi si creano di fatto “nuovi ambiti di autonomia” a cui le madri e i padri della nostra autonomia non avevano mai pensato.
Tuttavia, questa nuova funzione di elaborazione delle norme di attuazione richiede una maggiore trasparenza e un chiaro mandato democratico. Se si considera che oggi i consiglieri e le consigliere provinciali non ricevono nemmeno l’ordine del giorno delle commissioni dei 6 e dei 12 (per non parlare delle bozze delle norme di attuazione proposte), allora conflitti come quello che ora coinvolge la Corte dei Conti sono praticamente inevitabili –
continua Wohlgemuth.
Il Co-Portavoce pone in evidenza inoltre che nello Statuto della Valle d’Aosta questa lacuna è stata da tempo colmata, prevendendo che le bozze delle norme di attuazione vengano presentate al Consiglio regionale per un parere. Già anni fa, durante i lavori della Convenzione per l’Autonomia, il nostro Riccardo Dello Sbarba aveva chiesto con insistenza che ci fosse un coinvolgimento attivo del Consiglio provinciale e che venissero così legittimate democraticamente le nuove norme di attuazione. Ora questa richiesta sembra più che mai attuale. Lo sviluppo della nostra Autonomia può avvenire solo in modo trasparente, democratico, trasversale e con l’accordo di tutti i gruppi linguistici.
La situazione attuale, invece, in cui il dibattito politico sta procedendo a colpi di scoop mediatici, sta danneggiando la nostra provincia e i suoi abitanti, per non parlare della cattiva immagine che la politica, e quindi la democrazia, sta dando di sé.
Solo insieme possiamo padroneggiare le sfide del futuro. Questo richiede coraggio e onestà – da tutte le parti,
conclude Wohlgemuth.

 

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