È il pianeta in cui viviamo, che non abbiamo scelto, vi ci siamo trovati, proiettati. È orribile e meraviglioso al contempo, spesso sorprendente specie nella natura. Ma in fondo tutto lo è. Qualche ottimista intrinseco potrebbe dire che stercosfera è una espressione pessimistica e volgare, ma non è questa la mia intenzione. In balia tra le teorie ottimistiche di Montaigne che vede la filosofia come una sorta di auto-psicoterapia e quelle senza speranza, sempre negative, di Schopenauer non riesco mai a districarmi: alternanze che si susseguono senza sosta.
Ho già usato la metafora dello scarabeo stercorario per definire le nostre esistenze cui non sappaimo dare un senso. Se guardiamo al mondo, ad esempio ai processi biologici e ambientali ci accorgiamo che tutto finisce sempre in sterco. Una foglia vive la sua primavera da germoglio, l’estate della maturità, l’autunno della senescenza. Si stacca dal ramo e cade a terra andando a marcire, divenendo cibo per insetti e batteri. Restitusice all’ambiente i suoi componenti che poi si riaggregheranno in forme nuove, ed è vita che rinasce. Quindi lo sterco è la fonte principale del rinnovamento.
È un errore considerarlo come qualcosa solo da eliminare come in una fogna. L’aggettivo “immondo” dal quale deriva immondizia è ingiusto. Usiamo altri sinonimi a seconda dei campi cui ci riferiamo: scarti, rifiuti, reflui, esausti, spazzatura, schifezze ma dovremmo essere più cauti ed onesti anche nel linguaggio. Quanti problemi ci hanno creato le discariche? I sottoprodotti non desiderati, le scorie radioattive; solo la riciclabilità ci ha dato qualche speranza ed oggi ovunque spopola quel aggettivo un po’ ipocrita “sostenibile”.
Lo abbiamo spesso abbinato ad un altro elemento indesiderato lo “spreco”, ma ci riesce molto difficile limitarlo. E abbiamo inventato anche una parola per definire il valore dello sterco nel campo espressivo ed artistico: “trash” è un eufemismo ma significa proprio questo. Che Manzoni avesse capito prima di altri?
Un altro termine usato negli Usa per spazzatura è “Garbage”, ad esempio “garbage collection” = raccolta dei rifiuti, “garbage can” = pattumiera. Interessante l’estensione al linguaggio “garbage mouth” = una bocca che dice sciocchezze, ciarpame. Ancora più interessante il motto “garbage in, garbage out” ovvero se in un sistema immetti errori, ottieni errori.
È paradossale: vedo gli uomini perfettamente inseriti in quel “life cycle” che trasforma tutto in merda. Ne sono produttori alla stregua di tutti i viventi ma ne vogliono sempre prendere le distanze.

Foto, Alessio Oss Emer.

Alessio Oss Emer

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Alessio Oss Emer

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