Bolzano. Partigiano antifascista Giannantonio Manci sarà ricordato

Lunedì 6 luglio ore 9.00, in Piazza 4 Novembre, ANPI Alto Adige Südtirol e Trentino, deporranno una corona durante l’iniziativa promossa dal Comune di Bolzano, in ricordo del partigiano e cittadino onorario di Bolzano, Giannantonio Manci  nel segno dell’attualitä dell’antifascismo, dei valori della Costituzione e del suo pensiero autonomista ed europeista.
Analoga cerimonia si svolgerà alle ore 11.30 a Trento presso la Galleria dei Partigiani
Manci, nato a Trento nel 1901e partito volontario nella guerra 1915-’18, aveva combattuto come ufficiale nel Battaglione “Brenta” del 6° Alpini. Concluso il conflitto, si era diplomato in ragioneria e si era dato all’attività di rappresentante, che aveva dovuto interrompere quando, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, era stato richiamato. Nel 1940-41, Manci aveva prestato servizio a Trento, col grado di capitano, presso il deposito dell’11° Reggimento alpini di Trento. L’8 settembre 1943, all’annuncio dell’armistizio, era entrato nelle file della Resistenza, impegnandosi nell’organizzazione del movimento partigiano trentino. Ai primi di luglio del 1944, in seguito a delazione, Giannantonio Manci fu arrestato dai nazisti. Trasportato a Bolzano e rinchiuso in carcere, per non cedere alle torture si tolse la vita il 6 luglio 1944, gettandosi da una finestra durante un interrogatorio.
Questa la motivazione della Medaglia d’oro al valor militare«Educato alla scuola dei sommi apostoli dell’irredentismo, fece suo il credo che rese bello il morire per la Patria. Animatore e trascinatore di popolo, seppe fondere energie e volontà per la redenzione dell’Italia da asservimenti e tirannidi. Nel nuovo risorgimento italiano, seguendo gli ammaestramenti degli avi, prese il posto affidatogli dai martiri che lo precedettero nel sacrificio. Vile delazione lo dava nelle mani dei nemici che invano frugavano il nobile animo e piuttosto che procurare ad essi la sadica gioia di vederlo lentamente morire, dalla finestra della prigione si lanciava a capofitto nel vuoto bagnando col sangue generoso la terra della Patria, che dal vermiglio amplesso fu fecondata per le future glorie».

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